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Covid e influenza stagionale. Siamo ancora in tempo per vaccinarci

La campagna antinfluenzale fino alla fine di febbraio garantisce la vaccinazione. Raggiunto nel mese di dicembre il picco di contagi

Simona Carisi

Nel mese di Dicembre abbiamo raggiunto il picco di contagi delle infezioni Covid-19 e dell’influenza stagionale. Nell’ultimo bollettino diffuso dal ministero della Salute, i nuovi casi di positività al coronavirus: Sars Cov-2 non sono stati pochi, ma fortunatamente a partire dal mese di Gennaio, in calo. Sicuramente ciò accade, perché l’impennata delle infezioni è stata massima il mese passato. Non sono mancate le morti e le ospedalizzazioni per gli anziani, ma se ci fossero state buone coperture vaccinali contro il covid e contro l’influenza, magari, sarebbe stato contenuto un po’ di più il numero di contagi e la sofferenza per alcuni individui. Infatti la sintomatologia è stata parecchio fastidiosa e, in molti casi, preoccupante, soprattutto da parte del virus dell’influenza. Il Covid-19, come tutti i coronavirus, subisce mutazioni. Spicca l’importante crescita della variante “JN.1”, discendente dall’omicron che però non causa sintomatologia differente da quella causata dall’omicron e risente dell’azione vaccinale. Ecco perché è estremamente importante la copertura vaccinale per ognuno di noi.

Attraverso un provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri del 7 Agosto 2023, è stata cancellata la necessità di isolamento per i soggetti positivi al Covid-19: “la positività al tampone non impone l’isolamento”. Di certo, le raccomandazioni richiamano al buon senso civico di ognuno, per cui se fai un test antigenico e risulti positivo al Covid sarebbe giusto limitarne immediatamente  il contagio. Quindi, se si è positivi al Covid indossare la mascherina FFP2, igienizzare le mani, rimanere a casa se i sintomi sono evidenti, evitare gli ambienti dove si trovano più persone, contattare il proprio medico di famiglia.

E’ chiaro che queste regole non vanno assolutamente trascurate dai soggetti fragili e/o con patologie croniche o malattie del sistema immunitario. Anche per coloro i quali siano stati contatto di caso, queste sono regole da rispettare assolutamente. Le mascherine,  con un’ordinanza ministeriale emessa a Dicembre 2023 e fino a giugno 2024 rimangono obbligatorie all’interno di reparti che ospitano pazienti fragili o immunodepressi, nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali. Per gli ambulatori medici la decisione di indossare la mascherina è demandata al medico di famiglia, o ai pediatri di libera scelta. Il tampone antigenico è un’indicazione imprescindibile per gli accessi alle strutture sanitarie di soggetti sintomatici.

I sintomi causati dal Covid-19 li conosciamo un po’ tutti e sono sovrapponibili al raffreddore: naso chiuso, mal di gola, mal di testa, affaticamento, malessere generale, starnuti, presenza di muco nel naso, tosse, nausea, diarrea, febbre o febbricola. Difficilmente si verifica la perdita dell’olfatto e del gusto. I bambini possono presentare rossore degli occhi e prurito. Non sottovalutiamo la difficoltà respiratoria come complicanza e non dimentichiamo di utilizzare in questi casi il saturimetro: avere 95-90 di saturazione ci fa stare tranquilli, ma se il valore scende non allarmiamoci ma contattiamo il nostro medico di famiglia.

Il tempo di incubazione dell’infezione va dai 2 ai 14 giorni, ma 5 giorni di incubazione sono i più probabili. Non si può negare che l’efficacia vaccinale sia il massimo, ma aiuta a non sviluppare malattia grave. Siamo ancora in tempo: vacciniamoci! La campagna antinfluenzale fino alla fine di febbraio garantisce la vaccinazione. Si consiglia fortemente anche il vaccino contro il covid-19 e, come sappiamo tutti, o entrambi i vaccini si effettuano lo stesso giorno in braccia diverse, o l’uno o l’altro a distanza di 15 giorni.

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Simona Carisi, medico patologo clinico Asp Agrigento

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