Fondato a Racalmuto nel 1980

Gildo Moncada, il partigiano bambino

Il suo contributo alla Resistenza una scelta di cui andava sempre fiero. 

Gildo Moncada

Mi chiedono sempre di ricordare mio padre. E lo ricordo da figlio, che da grande e in sua assenza ha voluto ricostruire l’esistenza di un genitore per capire tante cose. E scrivendo e ricordando e ricostruendo ti accorgi che il sacrificio non è stata solo la mutilazione a sedici anni a San Sepolcro, in Toscana, non sono state le schegge che gli hanno trafitto tutto il corpo. È stato un sacrificio che non si è fermato nel 1944, ma è proseguito dopo condizionandone l’intera esistenza. Perché gli orrori di una guerra ti rimangono dentro per sempre e li trasmetti pure ai tuoi figli.

Lui non si è mai stancato di organizzare ad Agrigento le celebrazioni del 25 aprile, di partecipare attivamente anche con una sola gamba, di dare la sua personale testimonianza di una scelta di cui è andato sempre fiero, la scelta di entrare a Perugia, lui giovanissimo siciliano, in una piccola brigata partigiana, la Leoni, e di unirsi spinto dal fuoco di grandi ideali al movimento europeo di Resistenza contro la dilagante follia assassina nazista e per consegnarci democrazia e libertà a carissimo prezzo.

Mio padre, sedicenne, tornò dai genitori mutilato e con il corpo infilzato di schegge per l’esplosione di una bomba nemica.

Lui ha scelto, con coraggio, di dare il suo piccolo contributo dalla Sicilia all’Umbria, anche se non aveva mai imbracciato un’arma, anche se non aveva mai fatto la guerra, anche se il nemico era molto più forte, anche se in tanti avevano paura ed era meglio stare chiusi a casa, anche se avrebbe voluto godersi l’adolescenza al mare, al sole, tra i templi, inseguendo il sogno di diventare artista. Non è stato indifferente o titubante di fronte a quello che in Italia, in Europa, stava accadendo. C’era bisogno anche di lui e lui ha sentito forte la chiamata.

E quello che lui e gli altri hanno conquistato in collaborazione con le forze alleate angloamericane, con la liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista, la sconfitta della dittatura e la nascita della Repubblica, lo hanno consegnato a tutti, senza distinzione di colore, razza, sesso, religione, opinione.

 

 

 

 

 

 

 

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