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Crisi idrica. “Lo stato di emergenza è alle porte ma ci sono delle cose che potremmo fare noi”

Così il Prefetto di Agrigento Filippo Romano all’Assemblea dei sindaci di Aica. Il Presidente Alfonso Provvidenza: “Occorre individuare delle soluzioni che consentano di uscire dalla crisi con una serie di interventi nel brevissimo periodo”

Alfonso Provvidenza, Presidente Assemblea Sindaci AICA, Filippo Romano, Prefetto di Agrigento

Crisi idrica, Assemblea dei sindaci di Aica ieri pomeriggio ad Agrigento nell’aula Luigi Giglia del Libero Consorzio Comunale per individuare tempestive soluzioni.

“Lo stato di emergenza è alle porte ma ci sono delle cose che potremmo fare noi – ha detto il prefetto Filippo Romano aprendo l’incontro – Intanto, dobbiamo capire se veramente stiamo utilizzando tutte le risorse disponibili o se ci sono fonti anche private per le quali, ritengo, ci siano gli estremi per la requisizione che deve comportare, ovviamente, anche un indennizzo. Dovremmo, quindi, cominciare da un censimento. In tal senso, chiedo ad Aica e ai sindaci di farci sapere da quali fonti scaturisce l’approvvigionamento di acqua. Spetta ad Aica il compito di esaminarne la qualità così da stabilire se può essere utilizzata per uso umano o irriguo. È necessaria la collaborazione di tutti”.

“La situazione idrica è in piena emergenza – ha spiegato il presidente dell’ Assemblea dei Sindaci di AICA Alfonso Provvidenza – e occorre individuare delle soluzioni che consentano di uscire dalla crisi con una serie di interventi nel brevissimo periodo. Nel corso dell’Assemblea si è discusso della possibilità di requisire dei pozzi per soddisfare la domanda di acqua. La carenza della risorsa idrica può essere superata non solo attraverso un migliore utilizzo delle risorse che abbiamo a disposizione ma anche con l’uso delle risorse dei pozzi, i quali devono essere messi a disposizione dai privati a favore dei cittadini. Si è anche parlato del possibile utilizzo dei dissalatori per il quale, ritengo, ci vorrà un po’ di tempo per mettere in funzione uno dei moduli, così come rappresentato dal sindaco di Palma di Montechiaro. Questa è una questione che i sindaci non possono affrontare da soli, per questo chiediamo l’aiuto della Regione e dello Stato anche, se necessario, attraverso l’intervento della Protezione civile”.

Tra gli altri interventi quello del sindaco di Agrigento Francesco Miccichè che si è detto “pronto a restituire il titolo di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 se la città dovesse essere ancora irrimediabilmente attanagliata dalla crisi idrica”.

Hanno partecipato alla riunione anche il Consiglio di amministrazione e i dirigenti di Aica

 

 

 

 

 

 

 

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