Fondato a Racalmuto nel 1980

Franz Butera, il medico che sapeva ascoltare

Franz non era un medico, era il medico. C’era sempre. C’era per tutti. Un’istituzione ad Aragona, e non solo, un pezzo di storia, difficilmente ripetibile

Il Dott. Franz Butera

Si dice che un tempo, neanche troppo lontano, tre fossero le istituzioni più importanti presenti in un paese: il sindaco, il parroco e il medico. A queste, a volte, si potevano aggiungere anche il farmacista e l’avvocato. Ora, senza voler scomodare la memoria degli aragonesi, potremmo dire, senza alcun dubbio, che il dottore Butera, Franz Butera per tutti, sia stato una vera e propria istituzione.

Franz Butera non era un medico, era il medico. C’era sempre. C’era per tutti. Il suo studio in Corso Roma ad Aragona era perennemente affollato. I suoi pazienti si iniziavano ad assiepare davanti al portone ancor prima che lo studio fosse aperto. Anziani, adulti, giovani, bambini se ne stavano tutti lì davanti a parlottare tenendo conto dell’ordine d’arrivo in attesa che il dottore li ricevesse.

E lui era sempre lì puntuale, con la sua borsa di cuoio marrone, la sua voce impostata, il suo sorriso sulle labbra. Franz Butera era lì per tutti. Era lì per scrivere una ricetta, fare una diagnosi, sostenere una scelta, dare un consiglio. La sua esperienza, la sua professionalità, la sua passione, la sua discrezione facevano del medico un grande medico. Le sue diagnosi erano sempre precise e scrupolose, i suoi consigli sempre orientati al benessere dei pazienti, la sua professionalità al costante servizio dei più bisognosi.

Il suo essere medico non poggiava le basi solo su una preparazione teorica, ma su un integrarsi di conoscenze teoriche e pratiche. Senza alcun dubbio, i lunghi anni trascorsi in pronto soccorso gli avevano fornito una casistica tanto ampia da poter riconoscere in maniera tempestiva i sintomi legati ad una vasta gamma di patologie. Era bravo, era veramente bravo. Riusciva sempre ad anticipare le descrizioni che i pazienti facevano dei loro malesseri. Aveva sempre una risposta per ogni dubbio, ogni domanda. E quando non ci vedeva chiaro, non esitava a consigliare uno specialista piuttosto che un altro, un esame specifico, una consulenza particolare. I suoi pazienti non venivano mai lasciati da soli, venivano sempre scrupolosamente guidati nei percorsi diagnostici, anche difficili, anche dolorosi.

Franz Butera era uno che sapeva ascoltare. Aveva la capacità di porsi sullo stesso piano dei suoi pazienti, condividendone i codici, padroneggiandone i registri. Lui era il medico degli uomini e delle donne. Mia madre mi diceva che stava sempre con gli occhi bassi. Da bambina non capivo l’importanza di questa descrizione. Oggi sì. Mai nessun paziente dinnanzi a lui si è mai sentito giudicato. Franz ascoltava, rispettava e consigliava. Era un uomo di grande umiltà, dote assai rara e preziosa. E poi, era sempre reperibile. Ventiquattr’ore su ventiquattro. Bastava una semplice telefonata per farlo precipitare a casa dei suoi pazienti. E quando in ogni casa non c’era ancora il telefono, bastava che un ragazzino in sella alla sua bicicletta si appostasse davanti alla sua casa, a qualunque ora del giorno o della notte, per farlo scattare e raggiungere i suoi pazienti. Nessuna formalità. Se era in casa c’era per tutti, nessuno escluso. E una volta raggiunti i pazienti da curare, lì si fermava tutto il tempo necessario.

Non so quante teste rotte abbia ricucito o quante ossa fratturate abbia fasciato. Franz era il medico del primo soccorso. Erano veramente pochi i medici capaci di prestare simili cure. Ecco, lui era bravo anche in questo. Ma Franz non era solo il medico, è stato un marito, un padre, un amante della cultura e dell’arte. Tutti lo conoscevano ad Aragona, tutti ne hanno apprezzato il grande spessore.

E lui, con la discrezione che lo ha sempre distinto, è andato via in punta di piedi, senza farsi sentire, il 19 febbraio di quattro anni fa. Con lui Aragona ha perso un uomo, un medico, un’istituzione, un pezzo di storia, difficilmente ripetibile o rimpiazzabile.

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