Fondato a Racalmuto nel 1980

Questione demografica

Il Racconto della Domenica

Gaetano Ciancio

Raspes avvicinò l’iride al lettore e la porta del suo appartamento si aprì. Le luci all’interno si accesero in automatico. Richiuse la porta dietro di sé, fece volare le scarpe al centro della grande sala e si buttò sul divano. Giornata massacrante. «Domoxa, smorza le luci» disse Raspes. Una voce femminile, calda e sensuale, si diffuse nell’appartamento: «Ok. Provvedo subito. Luci in modalità riposo o primo appuntamento?». «Modalità riposo. Attiva l’olovisore». «Quale programma preferisci?» «135 MegaNews» rispose Raspes. Era ancora in tempo per il notiziario delle sette. Sulle note della sigla, nel bel mezzo della sala si materializzò l’ologramma di F.J. Pearson, il giornalista del canale nazionale. A fianco a lui, in un caleidoscopio di colori e immagini, presero vita i servizi degli inviati, volti, paesaggi, umanità. La voce di F.J. era profonda e suadente. «Cari olospettatori, buonasera. Oggi apriamo il nostro notiziario con gli ultimi aggiornamenti sulla Questione Demografica». Il sorriso di F.J. era quello di sempre, rilassante, fideiussorio, oppiaceo, anche divertente (si sa, la vita bisogna affrontarla con spirito e ottimismo). Raspes, come sempre, si chiese cosa mai ci fosse da ridere, ma conosceva già la risposta: la parola d’ordine era minimizzare, arrotondare, vaselinare. Erano ormai diversi anni che la notizia su quella che veniva definita, con un eufemismo, la Questione Demografica, non occupava più le prime pagine dei giornali o i titoli d’apertura dei notiziari. Stavolta doveva essere successo qualcosa di grosso. Raspes si alzò dal divano ed entrò in cucina. Le luci si accesero. Dallo schermo esterno controllò il deserto del frigorifero. Visibilmente stizzito si appellò, come sempre nei momenti di difficoltà, a Domoxa.

«Domoxa, chiama Il Drago d’Oro. Sto morendo dalla fame». «Ok. Chiamo Il Drago d’Oro, i migliori involtini primavera dell’Universo a domicilio. Marchio registrato». Il segnale di chiamata si propagò in tutte le stanze: TUT-TUT-TUT-TUT-TUT-

TUT-TUT… Nessuno rispondeva. «Domoxa, riprova ogni due minuti, sono molto affamato». «…la popolazione mondiale è scesa a 1.138.547.321: il calo in quasi dieci anni è stato dell’84,6 per cento…» continuava F.J.. La popolazione è scesa! Che ipocrisia, pensò Raspes. Ma cosa la faceva scendere? Di questo non si doveva parlare, mai un accenno o un dubbio, quel continuo calo doveva essere solo un fenomeno naturale, una sorta di selezione della specie. Ma non era così, e la gente lo sapeva, ormai da dieci anni conviveva con il problema ed era un’inutile dissimulazione continuare a far finta di nulla. TUT-TUT-TUT-TUT-TUT-TUT-TUT… Al Drago d’oro nessuna risposta. «Nella giornata di ieri gli anticipati in tutto il mondo sono stati complessivamente 2.537.843, così suddivisi: 1.025.538 uomini e 1.512.305 donne». «Suicidi, altro che anticipati!» gridò Raspes in faccia a F.J., che non poteva sentirlo. «…record assoluto, finora non si erano mai superate le trecentomila anticipazioni giornaliere. Rispetto allo stesso giorno dell’anno scorso l’incremento è stato del 242,3 per cento». F.J. continuava a sciorinare numeri come se stesse leggendo la classifica del campionato di football. Cifre, solo cifre, ma degli uomini e delle donne, esseri pensanti, ossa, muscoli, sangue in circolo, desideri, volontà, sentimenti, amori, chi si preoccupava? TUT-TUT-TUT-TUT-TUT-TUT-TUT… «Ma dove cazzo sono andati, ‘sti cinesi?» imprecò Raspes. L’umanità stava soffrendo, era questa la verità. La paura e il dolore di vivere una vita vuota, senza senso, senza valori, spingevano milioni e milioni di uomini e donne a togliersi la vita. Questa era la tesi di Raspes, e nessuna analisi socio-psico-antropo- ochissaccosa-logica gli avrebbe fatto cambiare idea.

«I nati ieri sono stati poco più di 38.000 in tutto il mondo. Il Ministro per il Livello Demografico ha comunque detto che la situazione è sotto controllo». La figura esile, poco rassicurante e poco rassicurata del Ministro sostituì l’ologramma di F.J.. Le solite dichiarazioni in politichese: la ferma volontà del Governo Mondiale di porre fine alla Questione il più presto possibile, l’impegno a esaminare attentamente la situazione e a disporre le misure idonee a far sì che essa si ristabilisca bla bla bla. Con la Grande Unificazione, cadute le ultime frontiere nazionali, si era dato vita a un unico Governo Mondiale e la Terra era stata divisa in centododici Regioni, raggruppate per Categorie in base al grado di civiltà (o forse è meglio dire di ricchezza) raggiunto. In realtà, la vera preoccupazione per il Governo Mondiale era la crisi economica. I consumi erano calati drasticamente, scomparsi quelli voluttuari, i viaggi erano tornati a essere privilegio di pochi, interi distretti produttivi erano stati smantellati, la disoccupazione era a livelli allarmanti (anche se gli effetti negativi erano attutiti dalla riduzione della popolazione). Le strade erano sempre più buie, le saracinesche chiuse superavano di gran lunga le poche attività che resistevano aperte. La stessa Maxima, la capitale mondiale, aveva visto la sua popolazione decimata nel giro di pochi anni. TUT-TUT-TUT-TUT-TUT-TUT-TUT… «Quelle del Ministro sono parole che lasciano ben sperare in una celere risoluzione della Questione Demografica; è segno che qualcosa si sta facendo». Era riapparso F.J.. «Sempre la stessa solfa» pensò Raspes. «Vediamo in dettaglio le cifre di ieri, forniteci da Goddy60, in attesa di avere i dati aggiornati a stasera». La vita sulla terra era controllata minuto per minuto, secondo per secondo, abitante per abitante. Il megaserver planetario Goddy60 sapeva tutto di tutto e di tutti. La libertà era solo apparente, in realtà il controllo era assoluto. «Tra gli anticipati di ieri anche gli ultimi 13.272 abitanti della regione africana. Si sono così estinte le razze di categoria E». Nemmeno questa notizia aveva scalfito il sorriso di F.J.. TUT-TUT-TUT-TUT-TUT-TUT-TUT… «Ci giunge adesso una notizia importante. Nella tarda serata di ieri si è anticipato…», F.J. impallidì, «il Ministro per il livello demografico. Dopo qualche attimo di pubblicità riprenderemo con i dati aggiornati a oggi». Raspes ne approfittò per mettere su il caffè, mentre Domoxa continuava a chiamare il Drago d’oro.

Certo che quella storia era proprio un bel casino. Forse tutto era causato dall’estrema povertà in cui si viveva in certe Regioni, per cui molti preferivano scegliere una morte più veloce di quella per fame? Ma allora, perché il fenomeno colpiva anche le megalopoli e le Regioni di classe A o B? Alcuni studiosi del problema ritenevano che la causa prima fosse l’esasperata automazione della vita umana. Ma allora, perché la percentuale dei suicidi era maggiore nelle regioni più povere e alle periferie delle città, dove il progresso tecnologico non aveva ancora raggiunto i livelli delle grandi megalopoli? Si doveva pensare a una malattia mentale che colpisse l’intera popolazione mondiale? O peggio ancora, a una manovra di potenze extraterrestri per impadronirsi della terra? Era difficile crederlo. TUT-TUT-TUT-TUT-TUT-TUT-TUT… Qualunque fosse il perché, Raspes pensò che non aveva proprio alcuna voglia di anticiparsi, e con la sua tazza di caffè bollente si riaccomodò sul divano proprio in tempo per veder riapparire F.J..

Era successo qualcosa di grosso, glielo si leggeva in viso: occhi fissi nel vuoto, colorito bianco cadavere e le guance penzolanti ai lati del mento. TUT-TUT-TUT-TUT-TUT-TUT-TUT… «Maledizione, rispondete! Non ci vedo più dalla fame», gridò Raspes.

«Sono arrivate in questo momento le notizie di oggi». La voce di F.J. era tremolante, quasi un sussurro, sembrava terrorizzato, ma nello stesso tempo rassegnato. «Tra la mezzanotte di ieri e le 19,00 di oggi si sono uccise 1.138.547.319 persone. Si è verificato qualcosa mai verificatosi prima: le madri di neonati hanno ucciso anche i loro figli. Stando così le cose, la popolazione mondiale è scesa oggi a … due abitanti, di sesso maschile». F.J. estrasse una pistola e la portò alla tempia. «Signor olospettatore, addio» e sparò. TUT-TUT-TUT-TUT-TUT-TUT-TUT

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Laurea magistrale in "Letterature moderne comparate e postcoloniali" all'Università di Bologna