Fondato a Racalmuto nel 1980

Festa del Monte: un nuovo “Cilio” rinnova la tradizione

Pronto il bozzetto del nuovo “Cero degli emigrati” che sfilerà a Racalmuto per la festa del 2022. In questi giorni sarà esposto nell’Atrio del Municipio

A Racalmuto, il paese della Festa del Monte, la tradizione dei “Cilii” si rinnova, dopo oltre due secoli. La fiesta “barocca e colorata”, che proprio in questi giorni avrebbe dovuto svolgersi (anche se in paese si respira comunque e nonostante tutto “aria di festa”), avrà una novità dal prossimo anno. Un nuovo “Cilio” – un grosso cilindro di legno adornato d’oro e di fregi – sarà dedicato a tutti gli emigrati, a tutti i Racalmutesi sparsi nel mondo.

Una novità storica che rafforza e rinnova una tradizione antica legata alla kermesse tanto amata anche dal racalmutese Sciascia che ne ha scritto, nel ’56, nelle “Parrocchie di Regalpetra”.

Al più grande e storicamente più importante Cilio dei Borgesi – per il quale si svolge durante la festa una zuffa per conquistare un vessillo con l’immagine della Madonna ricamata o dipinta – ai due legati alle corporazioni dei “Cicirara” e degli “Ugliara”, uno nuovo che poteva unirsi alla sfilata durante i festeggiamenti dedicati alla Madonna non poteva non essere quello in onore di coloro che hanno lasciato il paese. Segno dei tempi che cambiano, simbolo di confini superati, metafora di un mondo in continuo cambiamento.

L’emigrazione ha svuotato nel tempo anche il paese di Racalmuto, piccolo centro dell’agrigentino. E se fino a venti anni fa i contatti con le tante comunità di Racalmutesi nel mondo erano ancora intatti, con il venir meno di quella generazione di Racalmutesi che se ne sono andati, il rapporto ha cominciato ad essere più distante. Così sono nate negli anni le tante iniziative di gemellaggio, per evitare il distacco totale con tutte queste comunità. E perciò un Cilio che li rappresenti tutti diventa l’occasione per far conoscere alle nuove generazioni (ai figli e ai nipoti di chi ha lasciato il paese) cos’é Racalmuto oggi, e soprattutto cos’é stato in passato.

Con queste intenzioni nasce il “Cilio degli Emigrati”, grazie ad una idea di Giancarlo Matteliano dell’associazione “Vivi Racalmuto”, subito accolta da tanti che stanno aderendo all’iniziativa. Compresi gli artigiani del luogo, i commercianti, albergatori, tour operator, le associazioni e molti cittadini.

Il nuovo Cilio è una novità storica che darà nuovo impulso alla festa. I “ceri” o “cilii” sono l’espressione di un tempo, di un periodo storico. E se il passato ci consegna una comunità viva con tante corporazioni (i “ceri” o “cilii” erano dedicati alle attività lavorative più rappresentative: i proprietari terrieri, i commercianti di ceci e olio, i mugnai), questo nuovo rappresenterebbe una ferita sempre aperta, l’emigrazione. E ci lascia pure il messaggio dell’accoglienza come valore da tramandare alle future generazioni.

Giuseppe Agnello e Giancarlo Matteliano

Il “Cilio degli Emigrati” sarà realizzato su progetto dello scultore Giuseppe Agnello, docente all’Accademia di Belle Arti di Palermo. L’obiettivo, spiegano i promotori, è quello di inaugurarlo durante la festa del Monte del 2022, alla presenza di tanti emigrati.

La campagna di raccolta fondi è già stata avviata, anche il Comune di Racalmuto contribuirà per sostenere l’iniziativa. Il sindaco Vincenzo Maniglia ha predisposto un contributo da parte dell’amministrazione. Ed è coinvolta pure l’Usef, l’Unione Siciliana Emigrati e Famiglie, guidata da Angelo Lauricella, e tante istituzioni di siciliani nel mondo.

Il bozzetto è già pronto. Vederlo e toccarlo fa una certa impressione. Lo scultore Giuseppe Agnello, l’autore delle statue di Sciascia e Camilleri, a Racalmuto e ad Agrigento, ha pensato ad un Cilio che abbia i simboli di appartenenza ai Racalmutesi nel mondo: le radici, prima di tutto. E poi i colori che sono quelli della Madonna del Monte, l’oro e l’azzurro.

I questi giorni il paese è tappezzato di manifesti con una grande foto del bozzetto che verrà esposto, tra l’altro, nell’atrio del Palazzo di Città: presenza metaforica in questa festa che si svolge in tono minore.  Il cantiere è già avviato. Una nuova pagina di storia locale si sta già scrivendo.

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