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“Con il vostro irridente silenzio”

Agrigento, al “Palacongressi Festival” lo spettacolo con Fabrizio Gifuni che si ispira alla prigionia e alle lettere  di Aldo Moro

Fabrizio Gifuni in un momento dello spettacolo

Sarà Fabrizio Gifuni, attore affermato del cinema e del teatro, ad inaugurare il 31 gennaio la stagione di prosa del Palacongressi Festival con lo spettacolo “Con il vostro irridente silenzio”, che si ispira alle lettere dalla prigionia di Aldo Moro.

“Una pagina di storia – viene sottolineato nella nota che annuncia lo spettacolo – in cui immergersi, scelta dal Direttore del Parco Valle dei Templi, Roberto Sciarratta e dal Direttore artistico della rassegna, Gaetano Aronica, per il battesimo ufficiale di “Una Nuova Stagione” di teatro di prosa, colto e ricercato”.

“Lo spettacolo consiste nel cercare di capire – spiega Gifuni – se questa specie di meteorite che viene da un altro tempo e da un altro spazio, che sono le parole e le carte di Aldo Moro, scritte nei 55 giorni di prigionia, siano ancora in grado di produrre una emozione, una temperatura, un campo magnetico capaci di toccare profondamente i nostri corpi. In questo consiste l’esperimento che faccio sera per sera da cinque anni, dalla prima volta che feci la prima lettura pubblica di queste carte, a 40 anni esatti dal ritrovamento del corpo di Moro, il nove maggio del 2018 per l’inaugurazione del Salone internazionale del Libro a Torino. E da quel giorno ho continuato a farlo girando tutta l’Italia, ogni volta con un coinvolgimento fortissimo da parte del pubblico, perché quegli anni e quell’Italia sono solo apparentemente lontani, ci appaiono consegnati a un passato estremante distante, come se non avessimo più a che fare con quel passato. E invece riattivando quelle parole ci si rende conto di quanto quel passato sia estremante vicino e quanto quello che accade oggi sia profondamente legato a quello che è accaduto ieri. Quindi è un viaggio nella memoria, ma una memoria attiva, una memoria che passa attraverso i corpi vivi delle persone…”.

“Agrigento – dice – è parte delle mie radici familiari. Mio nonno, il papà di mia madre, di cui conservo ricordi, era originario di Grotte. Quindi recitare ad Agrigento sarà anche un ritornare in un luogo a me caro, che fa parte delle mie radici profonde, che da una parte sono radici siciliane, agrigentine, e da una parte, quella paterna, sono radici pugliesi”.

 

 

 

 

 

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