Fondato a Racalmuto nel 1980

“Madre Natura ci insegna come sopravvivere. Perché non ascoltarla?”

Nostra conversazione con la scultrice Antonella Cirrito. “Oggi siamo tutte vittime dei nostri eccessi. Dobbiamo esserne consapevoli e ritornare alla dimensioni di esseri viventi in armonia con tutte le altre forme di vita presenti sul Pianeta Terra”.

Antonella Cirrito. Foto di Giovanni Salvio

Più di ventimila  bottiglie di plastica: tante ce ne sono volute affinché la scultrice Antonella Cirrito potesse realizzare, una bellissima balena lunga sette metri. Un lavoro durato due mesi svolto con amore e certosina pazienza. Ogni bottiglia, dopo l’eliminazione di tappo ed etichetta è stata tagliata a mano con uno strumento realizzato personalmente dall’artista, che ha così ottenuto dei riccioli di plastica.

Ha usato poi solo le mani per darle la forma desiderata con un gesto che lei stessa definisce istintivo e che si potrebbe paragonare all’antica tecnica del cucito

Antonella è nata a Cerda e si è laureata in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Palermo

Come è nata questa idea?

Osservavo sovente che molte persone avevano una visione esclusivamente negativa nei confronti della plastica. Io invece, fin da piccolina, ci giocavo trovandoci un “riuso creativo”. Al contempo nutrivo un grande amore per la natura trasmessomi da mio padre, ex operaio della Fiat, innamorato della sua terra. Da questo binomio, a prima vista insolito, è scaturita la creazione di questa installazione. Questa Balena rappresenta tutti gli animali marini che soffocano in mare per colpa della plastica ed è stata installata temporaneamente in vari posti. Mi ha fatto particolarmente piacere quando è servita per una “riqualificazione artistica” di una zona a ridosso della spiaggia di Termini Imerese.

Foto di Giovanni Salvio

Tra le sue “primarie” creazioni anche quella di giardini

Si, dopo la laurea, quindi quasi quindici anni fa, nascono i miei primi giardini presso i Cantieri Culturali della Zisa a Palermo. Sono stata chiamata da un gruppo di artisti, di professori dell’Accademia e dalla Galleria Pantaleone per riqualificare alcuni spazi. Eravamo  un’ottantina di persone e abbiamo lavorato per circa sei mesi. Poi ho iniziato a curarmi del giardino sul retro della mia casa. Un giardino creato da mio nonno e poi curato da mio padre dove le piante dei miei cari continuano a vivere insieme alle mie. Solo in una seconda fase sono passata dalla terra alla plastica. Potrebbe sembrare un paradosso ma l’estro creativo mi ha spinto in questo campo. Sono stata aiutata nella raccolta dai miei concittadini e da varie associazioni culturali.

Il suo rapporto con il territorio in cui vive?

Non ho un senso di appartenenza al territorio in cui vivo, mi sento di appartenere all’intero ecosistema che mi ospita. Madre Natura mi ha insegnato a vedere la diversità come un grosso potenziale. E sempre Madre Natura ci insegna come sopravvivere. Perché non ascoltarla? Perché ignorare i suoi messaggi? L’ascolto è il pilastro sul quale progredire come razza umana.

Antonella Cirrito. Foto di Giovanni Salvio

Quindi lei è molto sensibile alla cosiddetta questione ambientale. C’è un messaggio particolare che vorrebbe si cogliesse al volo ammirando le sue opere?

Si, che la soluzione a questo gravoso problema è possibile solo con la predisposizione all’ascolto della natura. Oggi siamo tutte vittime dei nostri eccessi. Dobbiamo esserne consapevoli e ritornare alla dimensioni di esseri viventi in armonia con tutte le altre forme di vita presenti sul pianeta terra.

Quali sono i suoi progetti futuri?

Sono progetti che esulano anche dal mondo artistico ma che mirano alla protezione del mondo in cui ci muoviamo. Ci vogliono impegno quotidiano e tanta determinazione. L’opera di sensibilizzazione non deve mai cessare.

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