Fondato a Racalmuto nel 1980

Il ritorno dei Racalmutesi nella terra madre

In occasione della Festa del Monte sarà inaugurato, il 5 luglio, il nuovo “Cilio degli Emigrati” simbolo che lega il popolo Racalmutese sparso in tutto il mondo. Saranno presenti, tra gli altri, le sindache di Hamilton e Saint-Nicolas. Puntare sulle radici per guardare al futuro

La festa del Monte di quest’anno è segnata dal ritorno di numerosi Racalmutesi sparsi in tutto il mondo. Tutti attratti dal nuovo Cilio che si aggiunge ai tre storici e importanti, quello dei Burgisi, degli Ugliara e dei Cicirara, segno di devozione antica e protagonisti di una delle giornate della festa della Madonna del Monte di Racalmuto, momento tanto atteso del paese che si trasforma e diventa teatro di una delle più suggestive e affascinanti feste religiose in Sicilia tanto da essere paragonata da Leonardo Sciascia alla Fiesta di Pamplona: “Fiesta rossa e colorata, urlante grappolo di gioia“, scrisse lo scrittore nelle Sue (e nostre) Parrocchie di Regalpetra.

Tanti Racalmutesi stanno tornando nella loro terra d’origine – la terra dei loro padri e dei loro nonni – accanto a un simbolo che li riunisce tutti, il Ciliu degli Emigrati, nato da un’idea di Giancarlo Matteliano che guida l’associazione “Vivi Racalmuto”, progetto sostenuto da decine di donatori che hanno contribuito affinché si realizzasse il Cero, vero e proprio monumento firmato da un’artista d’eccezione, Giuseppe Agnello, anche lui racalmutese, che bene ha espresso il desiderio dei promotori, cioè quello di realizzare un’opera che lanci, a partire da adesso, un messaggio chiaro alle nuove generazioni: legare memorie e tradizioni di Racalmuto al presente e al futuro.

Il simbolo delle radici dorate, segno di ricchezza, il grande cero bianco al centro, una corona. Un nuovo Cilio – realizzato anche col sostegno di tanti cittadini che vivono a Racalmuto che hanno creduto al progetto che mira nel tempo a far tornare tanti figli di Racalmuto sparsi nel mondo – che racconta una pagina della storia del paese legata all’emigrazione, con intere generazioni che per lavoro hanno dovuto lasciare la terra d’origine. Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento e poi nell’immediato dopoguerra, tanti hanno dovuto abbandonare Racalmuto e la Sicilia verso terre lontane come il Canada, l’America, la Germania, il Belgio. E non fu vita facile per i tanti che, lasciata la propria terra difficilmente vi facevano ritorno. Un dramma per chi partiva e per chi restava. Emigrare spesso significava non vedere più i propri cari, le mamme le nonne gli amici.

Molti, moltissimi, se ne andarono oltreoceano. La comunità più numerosa si è concentrata ad Hamilton, importante città dell’Ontario, a due passi da Toronto e dalle splendide cascate del Niagara. Con Hamilton si è siglato un “patto d’amicizia” nel 1986 alla presenza dei due sindaci, il compianto Bob Morrow e Calogero Sardo (e un merito va senz’altro al professor Salvatore Restivo che mantenne relazioni con i propri concittadini ancor prima del gemellaggio tenendo stretti i rapporti con le varie associazioni, comitati e club). Da allora i rapporti sono continuati. Tanti i progetti avviati, le iniziative e gli scambi socio-culturali, intensificati negli ultimi dieci anni grazie a nuove iniziative che hanno coinvolto le due comunità lontane. Un’amicizia rinnovata trent’anni dopo, nel 2016, proprio a Racalmuto durante la festa del Monte, alla presenza del sindaco di Hamilton Fred Eisenberg (memorabile la sua “salita a cavallo” lungo la scalinata tra una prummisione e l’altra) accolto dal sindaco Emilio Messana e accompagnato da un’importante delegazione della “Cultural Society of Hamilton” composta da figli di emigrati in Canada che ricoprono oggi cariche importanti, promotori di tante iniziative socio-culturali tra cui la collocazione della statua di Sciascia in una piazza importante di Hamilton, il gemellaggio tra istituti scolastici delle due comunità, il restauro del prospetto di Casa Sciascia, la collaborazione con la “Casa del Pittore” dedicata a Giampiero Cacciato, e tant’altro.

Un importante lavoro che segue quello avviato in passato ad Hamilton come la festa di Maria SS. del Monte che ancora resiste. E solo chi ha avuto la fortuna di assistervi potrà capire il forte legame dei Racalmutesi alla Madonna e al paese. La Madonna, in effetti, è sempre stata il “ponte” che ha unito i Racalmutesi di tutto il mondo. Non c’è una loro casa dove non ci sia da qualche parte l’Immagine della Madre Regina. La Madre e la Terra punti di unione ancor oggi e non solo ad Hamilton, ma anche per tutti quei concittadini che vivono in altre parti del mondo.

Da qui il progetto “Terra Madre” promosso dall’associazione “Vivi Racalmuto” che vuol essere – tiene a precisare Giancarlo Matteliano – un recupero dell’identità dei tanti cittadini sparsi nel mondo utile ad accogliere a Racalmuto soprattutto le nuove generazioni e trasmettere a loro i valori, la storia, le tradizioni della terra delle radici.

Tema assai attuale, legato anche al cosiddetto “Turismo delle radici” di cui tanto si parla in tutt’Italia. E di cui si parlerà in questi giorni a Racalmuto. A partire dalla presentazione del “Ciliu degli Emigrati” che avverrà il 5 luglio. Alle 19 la messa in santuario celebrata dall’arcivescovo di Agrigento Mons. Alessandro Damiano che a seguire benedirà il nuovo Cilio assieme all’arciprete Don Carmelo La Magra. Alla cerimonia inaugurale, coordinata da Carmela Matteliano, Gigi Restivo e da me –  interverranno, oltre a Giancarlo Matteliano e a Giuseppe Agnello, il sindaco di Racalmuto Vincenzo Maniglia, Charles Criminisi, presidente della “Sicilian Cultural Society” e Cettina Amato presidente dell’Usef di Saint-Nicolas.

La sindaca di Hamilton Andrea Horwath con Giancarlo Matteliano

E di Hamilton e di Saint-Nicolas saranno presenti in questi giorni i rispettivi sindaci, anzi le sindache: Andrea Horwath e Valerie Mass (alle 18 di mercoledì 5 luglio la cerimonia ufficiale di benvenuto alle delegazioni di Hamilton, Sereing e Saint Nicolas presso la sala consiliare del Palazzo di Città) che parteciperanno ai vari momenti della festa.

Il futuro nelle radici è il titolo dell’incontro-dibattito centrato su turismo, economia e cultura che si terrà il 6 luglio a partire dalle 9:30 nella sala convegni della Fondazione Sciascia. Dopo l’introduzione del presidente di “Vivi Racalmuto” Giancarlo Matteliano e dopo i saluti del sindaco Vincenzo Maniglia, delle sindache di Hamilton e Saint-Nicolas, Horwath e Mass, del sindaco di Agrigento “Capitale della Cultura 2025” Franco Miccichè e di Giuseppe Termine, commissario della Camera di Commercio di Agrigento, interverranno Lillo Pisano, deputato nazionale, Charles Criminisi, presidente della “Sicilian Cultural Society of Hamilton”, Florinda Saieva, presidente del Consorzio Turistico “Valle dei Templi”, Angelo Lauricella, presidente Unione Siciliana Emigrati e Famiglie, Michael Macaluso, operatore economico ad Hamilton e Alain Onkelinx, assessore al Turismo della città belga di Seraing. Previsti diversi interventi e testimonianze di protagonisti del Gemellaggio con Hamilton, come Calogero Sardo sindaco nel 1986.

In serata, in piazza Crispi, la prima “Festa degli Emigrati” con inizio alle ore 20. Anteprima musicale con un gran ritorno, quello dei “Chiaramonte” di Racalmuto, un gruppo che in passato, attraverso la musica popolare, ha tracciato lembi di memorie perdute e ritrovate attraverso la musica. E poi sul palco Charles Criminisi e Giancarlo Matteliano che avvieranno lo spettacolo “Sicilia canta Canada” con Joe Baiardo e Sam Cino e con Mia Arnone, Calandra e Calandra e Peppe Messina.

Il “Cilio dei Burgisi” durante una passata edizione della Festa del Monte

Tutto questo “dentro” la festa, la grande festa del Monte. Il “Cilio degli Emigrati” – che non disturba affatto la secolare tradizione dei Cilii, anzi la rafforza e la rinnova – diventa perciò simbolo di tutti quelli che se ne sono andati da Racalmuto e purtroppo continuano ad andarsene. Anzi – per guardare il bicchiere mezzo pieno – una metafora del “ritorno”. Una stazione d’accoglienza a Racalmuto per chi se ne è andato, per i loro figli e nipoti. Per chi non ha più una casa, un solo parente.

Il “Cilio degli Emigrati” è il monumento vivo di legami di sangue del grande popolo Racalmutese che da ogni parte del mondo si sentirà sempre legato a questa terra. E sono tanti, davvero tanti, i Racalmutesi che ovunque si trovino sapranno da quest’anno che in una notte festosa di luglio, in un puntino sul mappamondo che è Racalmuto, sotto la stessa luna, qualcosa che gli appartiene celebra la forza delle radici e della memoria.

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