Fondato a Racalmuto nel 1980

“La mia Agrigento Intima”

Conversazione con Angelo Pitrone: “Forse tutte le città sono simili, ma lo sguardo di ognuno di noi le rende uniche e diverse”. Il nuovo libro del fotografo agrigentino sarà presentato a Palermo, a Marina di Libri, l’11 giugno

Angelo Pitrone

Il libro di Angelo Pitrone “Agrigento Intima”, edito da Medinova, presentato recentemente al Museo Pietro Griffo di Agrigento, raccoglie un centinaio di immagini della città di Agrigento realizzate da Pitrone nel corso degli ultimi 15 anni. Un percorso dentro la città antica, dai vicoli e dai quartieri della sua acropoli per arrivare, attraversando la mitica Valle dei Templi, fino al suo mare africano con le marne bianche della Scala dei Turchi e di Punta Bianca.

Il libro vuole essere uno sguardo personale e leggero sui luoghi della storia della città, con i suoi monumenti e i suoi ruderi del passato, ma anche attraverso immagini del quotidiano e della città contemporanea, una città che si appresta a rappresentare la cultura in Italia per il 2025.

“Agrigento è la città dove sono nato e dove vivo – ci dice Angelo Pitrone – continuo a fotografarla da quando mi regalarono una Agfa Instamatc per la promozione dopo la quinta elementare. Fotografare per me è stato un modo di essere, un modo di riconoscere le cose gli uomini la città”.

“Spesso – racconta Pitrone – ho percorso le strade, i vicoli, la campagna, dentro e attorno Agrigento, cercando di coglierne le forme, le ombre, i colori, gli odori. La luce tra Africa e Mediterraneo. Qui ho incontrato Moravia davanti il Tempio della Concordia. Sciascia per la via Atenea, Ferdinado Scianna a San Calò. Sonya Braga all’Efebo d’Oro, e poi , tra gli altri, Fanny Ardant che prendeva un bagno al largo di San Leone. Edith de la Héronnière come Goethe mi ha fatto capire come Agrigento possa essere un luogo del Mito, della magia, al di là del tempo e della storia. Dipingendo con le parole la vita e i luoghi eterni della commedia umana, anche lei innamorata di Pirandello, di Sciascia e di un grande fotografo, Arturo Patten, che qui riposa, in un piccolo cimitero di campagna”.

Per Angelo Pitrone Agrigento continua ad essere una terra di incontri e di conoscenza, tra le difficoltà del quotidiano e la promessa di un futuro. “Le immagini – spiega – si sono affastellate nella mia memoria e nel mio computer, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Oggi questa summa è la testimonianza tangibile di un progetto mai dichiarato, che si è sviluppato malgrado tutto in un volume senza una premeditazione, ma con l’urgenza di vivere una nuova vita. A volte le immagini raccontano di noi, diventano lo specchio del nostro sguardo. Raccolgono la luce, i luoghi, le cose che attraversano i nostri occhi e il nostro piacere per contemplare un’idea di bellezza e di equilibrio. Forse tutte la città sono simili, ma lo sguardo di ognuno di noi le rende uniche e diverse”.

Pitrone ha ripreso Agrigento di giorno, di sera, nei suoi aspetti più noti e negli angoli più nascosti, inseguendo una certa idea della luce. “Il colore – sottolinea – è il protagonista. Mi piace la sua saturazione e il suo contrasto. Mi piace la sua irrealtà. E pensare che ho cominciato in camera oscura sviluppando e stampando il bianco e nero di antica memoria”.

Il libro si avvale dei testi di Edith de la Héronnière, Matteo Collura, Gianfranco Jannuzzo, Beniamino Biondi.

La pubblicazione del libro è stata patrocinata dal Parco Valle dei Templi di Agrigento e da Coopculture

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“Agrigento Intima” sarà presentato domenica 11 giugno, alle 21,30, a Una Marina di libri, il Festival del libro e dell’Editoria Indipendente diretto da Gaetano Savatteri e in programma dall’8 all’11 giugno a Palermo a Parco Villa Filippina.

Ne parleranno con l’autore: Beniamino Biondi, Antonio Liotta, Salvatore Picone. Coordina l’incontro Gaetano Savatteri.

Durante la presentazione sarà eseguito da Maurzio Piscopo, alla fisarmonica, e da Salvatore Maria Sclafani, al mandolino, “L’occhio del fotografo”, il brano che Maurizio Piscopo ha dedicato ad Angelo Pitrone.

 

 

 

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