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Ma ho il Covid o l’Australiana?

Come distinguere il covid dall’influenza e cosa fare

Simona Carisi

Febbre alta ad esordio improvviso, lacrimazione, bruciore agli occhi, mal di gola, tosse secca e stizzosa, dolori muscolari e articolari, mal di testa, stanchezza, debolezza, dolori addominali, nausea e vomito, diarrea, naso congestionato, starnuti, insonnia, perdita del gusto o dell’olfatto, inappetenza.

Questi sono i sintomi più comuni e condivisi quando si tratta di influenza stagionale 2023 e Covid-19. Quindi come distinguere il Covid-19 dall’influenza? Sarebbe giusto, in entrambi i casi, o quanto meno se compaiono alcuni dei sintomi elencati, provvedere ad un immediato isolamento volontario per evitarne contagio e diffusione che  si tratti di influenza o di covid. Il tampone rapido molecolare andrebbe eseguito, ma di fatto abbiamo imparato che con la variante omicron la positività del tampone eseguito può sopraggiungere tardi, anche dopo 6-7 giorni dall’infezione e dunque i tamponi negativi eseguiti dopo 2-3 giorni dal sospetto clinico, in realtà, non sono attendibili del tutto. in linea generale, il tempo di incubazione che passa dal contagio alla comparsa dei sintomi è di circa 2-5 giorni anche 14, per il Covid-19 e 1-4 giorni per l’influenza. 

Possiamo orientarci, relativamente al tempo di incubazione, su una esatta diagnosi? Assolutamente no, sia per le false negatività dei tamponi rapidi molecolari fatti in un tempo sbagliato, sia perché entrambi i virus sono responsabili delle affezioni alle prime vie aeree respiratorie i cui sintomi sono davvero indistinguibili. Possiamo però provare a  discriminare le affezioni, se abbiamo effettuato il vaccino anti-influenzale; ma anche qui, come per la vaccinazione anti-covid, non siamo esonerati dalla patologia infettivologica da parte di entrambi i virus se il contatto con un soggetto portatore lo abbiamo avuto mentre il nostro sistema immunologico lavorava per fabbricare le difese immunitarie, subito dopo cioè la vaccinazione: ci vogliono almeno 15 giorni dal vaccino fatto per la produzione degli anticorpi, quindi nei primi giorni dalla vaccinazione non siamo ancora protetti. 

Quanti di noi hanno detto: “Ho preso il covid dopo un giorno dall’aver fatto il vaccino”, oppure: “Ho preso l’influenza dopo due giorni dall’aver fatto il vaccino”, concludendo poi: …i vaccini non servono a nulla!  Non sono stati i vaccini i colpevoli della poca efficacia protettiva, ma sicuramente un sistema immunitario non pronto in quel momento a debellare l’attacco perché povero di anticorpi verso quel particolare virus, e devo aggiungere anche una buona dose di sfortuna… Possiamo provare a  ricordare un possibile contatto con un amico, o un parente raffreddato, ma anche qui non riusciremo nella nostra indagine, perché per quel che riguarda l’influenza il contagio diretto fra persone può avvenire anche prima che le stesse ne abbiano i sintomi. Infatti, il contagio spesso avviene fra una o più persone, anche un giorno prima che il paziente manifesti i sintomi dell’influenza, non solo durante la malattia conclamata. Quindi è inutile ragionare sul come, dove o quando ci si ammali di influenza o di covid. La certezza  si possa trattare di uno dei due virus e di come sia avvenuto il contagio, senza l’utilizzo della mascherina, è pressoché inutile se sei un individuo sano.

Il problema ovviamente, nasce quando ad infettarsi sono i soggetti fragili, i neonati,  i portatori di patologie croniche. Discriminare l’infezione con specifici esami di ricerca e in più tempi, attenzionare le manifestazioni cliniche in un paziente critico può migliorare la prognosi e scongiurare, quanto più possibile, le complicanze legate a questo tipo di infezioni. Quindi vaccinarsi contro il Covid-19, se si ha un’età a rischio e malattie che possono mettere a dura prova la nostra salute, è l’unico utile consiglio ad oggi fra i più attendibili ed importanti. Anche per l’influenza non è tardi; la campagna anti-influenzale termina a fine febbraio e da noi, in Sicilia, il virus arriva un po’ più tardi grazie al nostro clima mite e dunque la sua una diffusione meno rapida.

Impariamo a vaccinarci per proteggere la salute e la nostra vita da insidiosi aggressori, e per questi virus la vaccinazione è fortemente consigliata, soprattutto ai neonati dai 6 mesi di vita in poi, ai bambini, alle donne in gravidanza a prescindere dal trimestre di gestazione, ai diabetici, ai cardiopatici, ai bronchitici cronici, agli operatori sanitari… io, mi sono vaccinata.

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