Fondato a Racalmuto nel 1980

Il futuro ci aspetta

Andiamo ancora avanti. L’editoriale di Egidio Terrana per i 40 anni di Malgrado tutto

1999. Nella foto di Shobba la redazione di Malgrado tutto in tipografia. Da sinistra: Gigi Restivo, Egidio Terrana, Lillo Vitello, Giancarlo Macaluso, Dietro: Gaetano Savatteri, Gaetano Restivo, Salvatore Picone.

Nel giorno in cui festeggiamo i nostri 40 anni di vita, è inevitabile recuperare dal passato qualche ricordo. Uno, per tutti, è legato a quel pomeriggio dell’agosto del 1981 quando due giovani studenti liceali di Racalmuto vennero a trovarmi, a Grotte, per propormi di assumere la direzione di un giornale che avevano fondato, e del quale avevano già pubblicato qualche numero. Lo avevano chiamato Malgrado Tutto. Chiesi subito il perché di quel titolo, per me, lo confesso, alquanto strano.

Mi spiegarono che quel titolo nasceva dalla loro visione del mondo, dal fatto che bisognava fare qualcosa anche se tutto andava nel verso contrario e spingeva all’indifferenza.

Più tardi Leonardo Sciascia avrebbe spiegato con parole precise che quel titolo nasceva dal pessimismo della ragione e dall’ottimismo della volontà.

Sia ben chiaro, quei due ragazzi vennero da me non perché avessi dei meriti particolari. Erano alla disperata ricerca di un giornalista a cui affidare la direzione del giornale. Non trovandolo a Racalmuto furono costretti a spostarsi nella vicina Grotte, incontrando subito la mia disponibilità. Incredibile! Il giornale di Racalmuto diretto da un grottese, alla faccia della storica rivalità che negli anni aveva spesso visto in competizione i due Comuni, che distano l’uno dall’altro solo quattro chilometri. Ma questa è un’altra storia.

Come detto accettai subito. Come potevo dire di no a quei ragazzi, educatissimi, colti e molto simpatici, che già a 16 anni sognavano di fare i giornalisti, e ai quali il destino aveva riservato “la fantasia di fare un giornale”.

Chi conosce la storia di Malgrado tutto sa bene che quei due ragazzi erano Giancarlo Macaluso e Gaetano Savatteri, oggi affermati giornalisti. Dopo quaranta anni, posso senz’altro affermare, al netto di ogni retorica, che devo a loro una delle più belle “avventure” della mia vita.

Ritengo, infatti, un grande privilegio avere diretto in tutti questi anni un giornale libero. Che non ha mai fatto sconti a nessuno. Che non ha mai esitato a criticare, quando ci sono stati, errori, inefficienze, intolleranze e arroganze del potere.

Un giornale che non ha mai esitato a schierarsi contro la mafia, anche quando le facce di Cosa nostra erano i volti di persone che passeggiavano per le strade di Racalmuto, individui che hanno l’imperdonabile colpa di avere trascinato il paese, all’inizio degli anni ’90, e non solo questo paese,  in una sanguinosa stagione di stragi e di sangue, di dolori, di violenza, di paura.

In tutti questi anni abbiamo sempre espresso liberamente le nostre opinioni sulle tante cose che non andavano, molte delle quali, purtroppo, non vanno ancora oggi, ed è con grande amarezza che lo costatiamo.

Fermezza morale, gusto per il confronto civile, rispetto e tolleranza per le idee degli altri sono sempre state le nostre linee guida.

Questo, naturalmente, non significa che non abbiamo commesso errori. Ma se errori ci sono stati, sia chiaro, abbiamo sbagliato in proprio, mai per conto di qualcuno, di mandanti o ispiratori esterni.

Ma tutto ciò attiene al passato. Adesso bisogna guardare in avanti, il futuro ci aspetta, e noi siamo pronti a raccontarlo. Confidando sempre nella forza della parola scritta, nel conforto della ragione e dell’ottimismo della volontà. Con il coraggio delle opinioni, con l’impegno e la passione di sempre.

Grazie di cuore a tutti e buona lettura.

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