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Aragona, non c’è Pasqua senza Tagano

Pasta, uova, pecorino siciliano stagionato, tuma, prezzemolo, zafferano, cannella, sale e pepe tra gli ingredienti necessari per preparare il piatto forte, anzi fortissimo, della Pasqua aragonese

Il Tagano di Aragona

Chi non è aragonese difficilmente può comprendere e condividere pienamente quale sia l’effetto per le papille gustative di una bella fetta di Tagano, piatto tipico che prende il nome dal tegame in terracotta in cui da sempre viene cotto. Per godere appieno di questa bontà, indiscutibilmente ipercalorica, bisogna avere nel proprio DNA un buon numero di cromosomi aragonesi. E sì, perché al Tagano bisogna essere iniziati sin dalla più tenera età, come si conviene ad un rito intriso di sacro e profano. Se sei aragonese, in qualunque parte del mondo tu viva, il Tagano a Pasqua lo devi mangiare, perché è tradizione, perché è Pasqua. Non a caso si dice che non c’è Pasqua senza Tagano. Dunque, almeno che non ci siano gravi motivi, ogni aragonese che si rispetti il sabato santo prepara il Tagano. Il momento della preparazione è di per sé un vero e proprio rito, che viene tramandato di generazione in generazione da madre a figlia.

Pochi semplici ingredienti, preferibilmente a km 0, come pasta, uova, pecorino siciliano stagionato, tuma, prezzemolo, zafferano, cannella, sale e pepe sono necessari per preparare il piatto forte, anzi fortissimo, della Pasqua aragonese. Ma ingredienti a parte sono le dosi generose di ciascun ingrediente utilizzato a fare del Tagano un piatto veramente speciale. Pensate che per preparare un Tagano ci vogliono almeno 40 uova. Avete capito bene: 40 uova. Ecco, se a queste aggiungete un kilo di tuma fresca, pecorino stagionato carne trita e pasta in quantità, è facile comprendere quante calorie vengano ingerite in un solo boccone. Questa abbondanza di dosi e di sapori forti potrebbe essere fuorviante, si potrebbe pensare a qualcosa di eccessivo. E invece no, l’armonia dei sapori restituisce al palato un piacevole tripudio di bontà, armonizzato dagli aromi del prezzemolo, delle spezie, della cannella dello zafferano.

Ma al di là del gusto, quella del Tagano è una tradizione che ha radici storiche. Si tratta di una tradizione a cui nessun aragonese potrebbe o vorrebbe mai rinunciare, che cementa da sempre le relazioni familiari, anticipando di un giorno il pranzo pasquale. Riti della settimana santa a parte, ad Aragona il Sabato Santo è la giornata in cui si prepara il Tagano e si consuma con tutta la famiglia. Questo piatto diventa per questo simbolo di condivisione non solo nel momento della preparazione, che vede grandi e piccoli all’opera, ma anche nel momento della degustazione.

Il Tagano di Aragona

È facile comprendere a questo punto perché avere inserito questo piatto della tradizione aragonese nella prestigiosa lista dei prodotti agroalimentari territoriali tradizionali della Regione Siciliana dal ministero delle Politiche agricole e forestali riconoscendone la ricetta originale, la provenienza e la sua storia, inorgoglisce ogni aragonese.

Ecco, l’idea di associare il nome di Aragona a quello del Tagano sembra piacere a molti tanto da proporre questo piatto nei menù turistici di tutti i punti di ristorazione del territorio.

E allora, se vi piacciono le uova e adorate i formaggi, vi consigliamo di venire ad Aragona per degustare il Tagano. Se non vi va di spostarvi, sul web potete trovare decine di ricette che propongono questo piatto in numerose varianti. Il mio consiglio è quello di assaggiarlo. Se vi piace è segno che anche voi, in fondo in fondo, nel vostro DNA qualche cromosoma aragonese ce l’avete.

Mangiatelo con moderatezza o strafogatevi se vi va. Del resto per metterci a dieta c’è sempre tempo.

 

 

 

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