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La notte di San Lorenzo e quel romantico appuntamento con le stelle

Ma in realtà cosa sono le stelle cadenti? Tra scienza e mitologia ne parliamo con  l’Astrofisico Tommaso Parrinello

Tommaso Parrinello

“Se le stelle, anziché brillare continuamente sopra le nostre teste, fossero visibili solo da un particolare luogo del pianeta, tutti vorrebbero andarci per assistere allo spettacolo”.

Sono parole del filosofo Seneca, riprese da Margherita Hack nel suo libro Notte di stelle. Scrive ancora la Hack:” tutte le sere, quando si apre il sipario della notte e nel cielo si accendono le stelle inizia uno spettacolo che da millenni mette in scena storie in cui si muovono personaggi vari, tutti impegnati in un repertorio d’amori e d’avventure ai confini della realtà”.

Lo sappiamo bene, “le amiche luccicanti della notte” sono state sempre inesauribili fonti di riflessione e di ispirazione per scrittori, poeti, studiosi, artisti. Alle stelle si legano miti e leggende che la credenza popolare ci tramanda puntualmente da secoli.

Una su tutte la Notte di San Lorenzo, quando milioni di occhi si alzano verso il cielo nella speranza di cogliere qualche stella cadente e di poter esprimere un desiderio. Il fascino e la magia che da sempre accompagnano questo romantico appuntamento non hanno mai conosciuto l’usura del tempo. Ecco perché ogni anno, nelle notti attorno al 10 agosto, ritroviamo il cielo stellato pronto e disponibile a regalarci le emozioni che cerchiamo.

Ma in realtà, dal punto di vista scientifico, cosa sono le stelle cadenti? Perché nei secoli su di esse è fiorita tanta letteratura e anche una forte credenza popolare. Ne parliamo con l’Astrofisico Tommaso Parrinello, dirigente dell’Agenzia Spaziale Europea.

“Le “stelle cadenti” non sono in realtà delle stelle che cadono – spiega Parrinello – ma è uno sciame meteorico cioè una nuvola di piccoli frammenti di roccia o ghiaccio che, entrando a contatto con l’atmosfera terrestre, bruciano per l’attrito, dando luogo a quelle spettacolari scie luminose che noi chiamiamo “meteore” o, in gergo popolare, appunto “stelle cadenti”. Queste particelle entrano in contatto con l’atmosfera terrestre ad alta velocità e, per questo motivo, risentono di un enorme attrito che le riscalda fino a temperature elevatissime rendendole colorate e brillanti.

Perché questo fenomeno accade ogni anno nello stesso periodo in Agosto?

“Perché il nostro pianeta, nel suo moto di rivoluzione attorno al sole, attraversa ogni anno la stessa zona di spazio dove staziona questa nuvola e, come un grande aspirapolvere cosmico, risucchia queste particelle e le brucia. Lo sciame meteorico che caratterizza il periodo estivo, quindi quello che ci interessa in questi giorni, è uno dei più importanti ed è noto anche come quello delle “Perseidi” dal nome della costellazione da dove sembra che lo sciame meteorico abbia origine nel cielo. In realtà, le particelle non sono altro che frammenti di una cometa chiamata Swift-Tuttle il cui ultimo passaggio vicino al sole è avvenuto nel 1992 e il prossimo si realizzerà nel lontano 2126. Quindi ogni anno non osserviamo altro che la fine “spettacolare” di frammenti di cometa che probabilmente si sono formati miliardi di anni fa al tempo della creazione del nostro sistema solare”.

Quindi quelle che osserviamo non sono stelle ma comete cadenti. Come possiamo conciliare tutto ciò con la mitologia e la tradizione popolare?

Tempio di Giunone. Festival delle Scienze 2015: Tommaso Parrinello con l’astronauta Paolo Nespoli e i giovani volontari del festival

“Le “stelle cadenti” sono uno spettacolo che hanno attirato l’attenzione dell’umanità fin dall’antichità. Si narra, infatti, che i cinesi, già nel 40 a.C. fossero a testa in su ad osservare le stelle cadenti. Per alcuni, sono stati segno di sventura ma per altri sono diventati parte integrante della nostra tradizione popolare. Questa notte è da tempi immemori dedicata al martirio di San Lorenzo, e le stelle cadenti sono le lacrime versate dal santo durante il suo supplizio che vagano eternamente nei cieli, e scendono sulla terra solo il giorno in cui Lorenzo morì, creando un’atmosfera magica e carica di speranza. In questa notte, infatti, si crede si possano avverare i desideri di tutti coloro che si soffermino a ricordare il dolore di San Lorenzo. La tradizione vuole che per ogni “stella cadente” avvistata bisogna esprimere un desiderio recitando la filastrocca “Stella, mia bella stella, desidero che….”. Si tratta di un magico tocco leggendario e poetico nel rapporto tra uomo e natura, che funge da collante tra la nostra quotidianità e la grande disinteressata e affascinante forza della natura. Anche Pascoli tra gli altri, nella sua poesia il x Agosto ne rimase incantato, trovando in quello che credette essere il pianto del cielo, il conforto per la morte del padre: “San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l’aria tranquilla arde e cade, perché si gran pianto nel concavo cielo sfavilla. Ritornava una rondine al tetto: l’uccisero: cadde tra i spini; ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini… “. Versi sublimi. Direi che oggi, più di prima, abbiamo bisogno di punti di riferimento e di certezze che soltanto la scienza con il suo rigore può offrire; ma, allo stesso tempo, abbiamo bisogno di riscoprire e rinverdire la nostra tradizione e la cultura popolare di cui siamo figli. Abbiamo bisogno insomma di conoscenza ma anche di poesia. La notte di San Lorenzo è tutto questo”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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