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Quando a scuola arrivano i “Pupi”

L’affascinante storia dell’Opera dei Pupi raccontata agli studenti del “Roncalli” di Grotte e Comitini da Angelo Sicilia

Angelo Sicilia. Foto di Maria Rita Grassagliata

Sono tre le regole che i bambini devono scrupolosamente rispettare se vogliono assistere all’Opera dei Pupi: innanzitutto devono sapere applaudire, poi devono divertirsi, ed infine devono saper urlare. A dire il vero ce n’è anche una quarta in aggiunta: devono battere le mani seguendo il ritmo della musica che accompagna la narrazione dell’opera.

A spiegare queste semplici, ma inderogabili regole agli alunni del “Roncalli” di Grotte e Comitini è Angelo Sicilia, autore teatrale, sceneggiatore e regista, fondatore della Marionettistica Popolare Siciliana, che da più di un ventennio si occupa del Teatro dei Pupi Siciliani.

Per me venire a Comitini – dice Angelo Sicilia, rivolgendosi agli alunni – è una specie di ritorno a casa, perché è vero che vengo da Palermo, però come vedete dal mio cognome in realtà la mia città di origine è Favara”.

Angelo Sicilia con la sua compagnia “Marionettistica Popolare Siciliana” è in tour in tutta Italia per promuovere e valorizzare l’Opera dei Pupi. Il suo ambizioso progetto punta a recuperare il messaggio originale di teatro popolare, anche attraverso spettacoli di impegno sociale e politico.

“Ma Cosa sono questi Pupi? Lo sapete?” – chiede Sicilia.

“Sono le marionette – continua il regista – Molti sbagliano e dicono che sono i burattini. In realtà no. Questo è un teatro di pupi, un tipo particolare di marionetta. Si tratta di figure che si muovono con i fili. E siccome noi siciliani siamo un popolo molto molto creativo e diamo un nome a tutte cose, le marionette in Sicilia si chiamano pupi.”

Ecco, è così che Angelo Sicilia ha introdotto l’Opera dei Pupi, scherzando e giocando con i bambini. Battuta dopo battuta, domanda dopo domanda, lo studioso ha accompagnato gli studenti nell’affascinante mondo dei pupi e dei pupari palermitani, che in Sicilia, come vuole la tradizione fa concorrenza a quello catanese.

“Il nostro è un teatro di Pupi palermitani, che era presente in tutta la Sicilia occidentale, anche qui nella provincia di Agrigento. Il mio maestro, Agostino Profeta, ha 93 anni e vive a Licata. Quella dei pupi è una tradizione radicata nel nostro, perché il teatro dei pupi era il teatro di tutti. In questo teatro gli attori non sono in carne ed ossa, sono di legno. E siccome questi pupi non si dovevano pagare per esibirsi, costava poco e tutti andavano a vederlo”.

Quello dei pupi era il teatro del popolo o come diremmo oggi era un progetto teatrale incluso e non esclusivo, ovvero rivolto solo a pochi.

“Il teatro dei Pupi per noi siciliani è importante, tanto è vero che questa forma di teatro è stata dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità per ciò che concerne la cultura orale ed immateriale. Insomma quando i siciliani si ci mettono sono veramente i numeri uno, e noi portiamo avanti questa tradizione siciliana”.

Ma com’è fatto un pupo? C’è differenza tra un pupo e una marionetta?

Foto di Maria Rita Grassagliata

“Guardate ragazzi, questo è un pupo, anzi questo è un pupiddu di legno. Ha le ginocchia che si muovono, ha le manine di legno, il testolino di legno. Vedete? I pupi come vi ho detto sono delle marionette. Queste marionette però, oltre ad avere i fili che li muovono, hanno anche delle bacchette di ferro: una attraversa la testa ed una è attaccata alla mano destra. I nostri antenati crearono queste marionette particolarissime che noi adesso utilizzeremo per farvi vedere uno spettacolo”.

Nofrio e Virticchio, sono i personaggi principali delle tre divertenti storie che sono state raccontate agli studenti del “Roncalli” attraverso l’Opera dei Pupi. Si tratta di storie che appartengono alla nostra tradizione popolare, raccolte nell’Ottocento da Giuseppe Pitrè, il più importante studioso europeo di tradizioni popolari, che la compagnia “Marionettistica Popolare Siciliana” ha sceneggiato per l’Opera dei Pupi.

Grande l’entusiasmo dei bambini nell’assistere a “Le divertenti scorribande di Nofrio e Virticchio”. Le tre storie hanno conquistato tutti, strappando risate e applausi. Indubbiamente, la possibilità di interagire con i protagonisti, abbandonando la compostezza che spesso li vuole spettatori passivi, ha fatto grande presa sui nostri ragazzi, protagonisti insieme a Nofrio e Verticchio di un’esperienza veramente coinvolgente.

Da sinistra gli assessori Alessandra Marsala e Teresa Delisi, il Presidente del Consiglio comunale di Grotte Aristotele Cuffaro, la preside Antonina Ausilia Uttilla, il sindaco di Comitini Luigi Negrelli. Foto di Maria Rita Grassagliata

Lo spettacolo è stato organizzato dall’Associazione Culturale Teatrale Nino Martoglio, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Comitini e l’Istituto Comprensivo “Roncalli” di Grotte e Comitini.

Ad assistere allo spettacolo, nella la Cavea del Plesso Ciranni di Comitini, c’erano anche il dirigente scolastico Antonina Ausilia Uttilla, il Sindaco di Comitini Luigi Nigrelli e l’assessore alla cultura Teresa Delisi, il Presidente del Consiglio comunale di Grotte Aristotele Cuffaro e l’assessore alla Cultura e allo spettacolo Alessandra Marsala.

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