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Oltre i Padri…Le Madri Costituenti

Licata, nel Chiostro del Museo Civico Archeologico il convegno “Le Madri della Repubblica”. Una mostra racconta la loro vita ed il loro operato

Nel Chiostro del Museo Civico Archeologico di Licata si è svolto ieri il Convegno “Le Madri della Repubblica” organizzato dalle socie di Toponomastica femminile di Licata con il patrocinio gratuito del Comune di Licata. Presente il sindaco Giuseppe Galanti e rappresentanti delle Forze dell’ordine e di varie associazioni e istituti scolastici.

Come dichiarato da Giuseppina Incorvaia, Segretaria Nazionale dell’Associazione Toponomastica femminile, l’evento è stato organizzato 76 anni dopo la conquista del diritto di voto delle donne per ricordare le figure politiche femminili che hanno contribuito alla ricostruzione del nostro Paese e che sono state quasi completamente obliate. Per tramandarne la memoria, sempre all’interno del chiostro è stata allestita una mostra con 16 pannelli che potrà essere visitata fino al primo di giugno.

Una performance di Cettina Callea, Laura Pintacrona ed Angela Oliveri ha riportato alla luce le figure delle due donne siciliane alla Costituente: Ottavia Penna Buscemi e Maria Nicotra.

E’ stato messo in evidenza come, purtroppo, le 21 Madri Costituenti ed il loro operato siano state fagocitate dall’oblio.

Nel chiostro sono risuonate le parole del discorso di Angela Cingolani Guidi, prima donna a parlare nell’aula parlamentare:”…Non desidero un applauso per la mia persona ma per me come rappresentante delle donne italiane che per la prima volta partecipano alla vita politica del Paese…”

Ad ognuna di loro è stato dedicato un pensiero come fosse un ringraziamento postumo per tutto quello che sono riuscite a realizzare. Sono state tratteggiate le loro personalità, soprattutto delle meno note, ed il loro agire. E’ stato ricordato il loro impegno politico e sociale. Con le parole si è cercato, in brevi flash, di ridare luce e contorni netti a personalità sfuocate.

E’ stata ricordata Angela Gotelli che partecipò a ben 151 progetti di legge che furono tutti realizzati e che sostenne fortemente il diritto per le donne di accedere agli alti gradi della Magistratura.

Angiola Minella, che si impegnò tantissimo per la proposta di legge per la vaccinazione antipolio a bambini e bambine e presentò numerose proposte di legge sui temi della maternità, dell’istruzione, dell’ambiente e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Fu lei a presentare il disegno di legge che oggi riconosce ufficialmente le associazioni dei donatori di sangue e i criteri di raccolta e donazione.

Laura Bianchini, che inutilmente si battè per una legge che fissasse l’obbligatorietà dell’istruzione all’età di 14 anni e che poi fortunatamente dopo decenni fu accolta.

Teresa Noce. promotrice della legge sulla tutela della maternità.

Nadia Gallico, promotrice de i “Treni della Felicità”che trasportarono 70.000bambini delle zone del centro e sud Italia più colpite dalla guerra per portarli per alcuni mesi, nelle provincie del nord, accolti da famiglie che sentivano il dovere di educare i figli al valore della solidarietà.

Elisabetta Conci, che firmò 80 progetti di legge che diventarono concretamente leggi. Veniva definita la “pasionaria bianca” e adottò tantissimi orfani bisognosi offrendo loro vitto e alloggio nella sua casa.

Ed ancora Maria Maddalena Rossi, che rese pubbliche le violenze sulle donne nella Seconda Guerra Mondiale (le c.d. marocchinate) e lottò per far ottenere loro un risarcimento mentre i suoi colleghi parlamentari la ostacolavano continuamente minimizzando sugli accaduti.

Queste, solo alcune delle loro storie. Il grande contributo che hanno dato alla Repubblica non può più essere ignorato.

Per diffondere conoscenza e consapevolezza i pannelli esposti raccontano la loro vita ed il loro operato.

Nel corso del convegno, ufficialmente, l’Associazione Toponomastica femminile ha chiesto l’intitolazione di tre vie di Licata a Maria Maddalena Rossi, a Bianca Bianchi e a Teresa Mattei, da concretizzare entro il 25 novembre di quest’anno.

La prima violenza da combattere è la cancellazione della storia delle donne. Non lo dobbiamo dimenticare mai.

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