Fondato a Racalmuto nel 1980

Quando tra le vittime della guerra rischia di esserci anche la verità

Ma, andando contro i negazionisti bellici, si può affermare con assoluta certezza che in Ucraina c’è una guerra, ci sono delle atrocità; ci sono milioni di sfollati, ci sono dei bombardamenti continui con città distrutte

Raimondo Moncada

Morti finti, cadaveri attori e sfollati turisti. C’è chi crede ormai a tutto, chi non crede più a niente e chi ogni giorno viene confuso. Vai per informarti su quanto accade in Ucraina, consulti più di un giornale autorevole e poi tutto viene messo in dubbio da altre fonti che vengono riprese a manetta sui social e che ti appaiono ovunque come virus. Da un lato si parla di bombe, di missili, di stragi, di violenze, di stupri degli invasori contro la popolazione locale; dal lato opposto si contesta tutto proclamando l’innocenza degli accusati e la colpevolezza degli accusatori.

A chi credere? Alla propaganda che viene dalla Russia, alla propaganda che viene dall’Ucraina, all’informazione di autorevoli organi della stampa internazionale, ai post su Facebook e Twitter di vari personaggi e utenti vari che linkano articoli e video che mischiano ogni cosa fino a distruggere quella che pensavi fosse la verità o qualcosa che si avvicinasse alla verità?

Ecco alcuni meccanismi che, nel bombardamento continuo di informazioni e il concorso dei social, si attivano nel caso di un evento sconvolgente.

Esce la voce di un massacro di civili e si punta il dito sull’esercito invasore. La voce viene immediatamente soffocata con un secco: non è vero niente!

Vengono diffusi foto e video ed ecco spuntare affermazioni di questo genere: sono immagini false, montate ad arte per incolpare ingiustamente i soldati intervenuti solo per impedire un genocidio.

Diverse fonti confermano le immagini di quello che viene descritto come un crimine di guerra ed ecco ancora leggere: ma non vedete che è tutta una messinscena, un teatro, che quei cadaveri con le mani legate e il foro alla nuca sono degli attori? Dov’è il sangue? Ma non vedete che si muovono, che un cadavere si alza pure da terra e muove la mano? E perché tutti quei morti sono venuti fuori solo dopo diversi giorni dalla liberazione della città?

Escono i resoconti di fotoreporter che con i loro occhi vedono e fotografano i morti ed ecco ancora: sono solo complici dei neonazisti e dei paesi occidentali che li sostengono. Escono notizie che confermano la presenza di un numero spaventoso di cadaveri ed ecco ancora: sono stati vittime del fuoco amico. Escono notizie che smentiscono la presenza del fuoco amico e leggi: sono stati di proposito i cosiddetti aggrediti per incolpare i cosiddetti aggressori. Escono notizie di stanze della tortura e di fosse comuni che inchiodano gli invasori e puoi arrivare anche a leggere quello che per la tua mente sono delle assurdità ma solo per la tua mente: quei morti si sono ammazzati da soli e si è costruita una scena in modo da indirizzare i sospetti in una direzione precisa.

Ma non c’è di impazzire? Noto che con la guerra in Ucraina si sono attivati gli stessi meccanismi che ho visto durante l’emergenza Covid, con quanti si sono schierati con video, foto, post, link e comportamenti contro la scienza, contro gli scienziati, contro i virologi, contro i vaccini, contro le mascherine, contro il green pass, contro tutti i provvedimenti sanitari, contro le case farmaceutiche, contro la massa di pecoroni che ha creduto alla guerra al Covid.

Se ti convinci di una verità anche non dimostrabile, puoi credere a tutto anche al non evidente che ti spinge a negare pure l’evidenza.

Vuoi vedere che alla fine si dirà che la guerra dei russi all’Ucraina non esiste, che è tutta un’invenzione degli americani e della Nato per aggredire la Russia, che i video con i missili sulle città ucraine con gli edifici in fumo sono solo animazioni in 3D, che gli sfollati ucraini stanno a milioni lasciando il loro paese per una vacanza a scrocco prendendo in giro il cuore degli italiani con la scusa della casa distrutta?

Se parte la propaganda, può affermarsi qualsiasi verità anche contro le vittime di un conflitto, senza pietà umana. Così come si uccide qualsiasi verità in una guerra di notizie, dentro un continuo bombardamento di informazioni vere e false e di qualsiasi altra natura la cui quantità e qualità è scelta per te da sconosciuti e manipolabili algoritmi.

La prima vittima di ogni guerra (come pare abbia detto Eschilo) si conferma dunque la verità, ancora di più oggi con potentissimi eserciti della disinformazione che si avvalgono, a differenza di altre epoche, dell’effetto virale è distruttivo dei social.

Andando contro i negazionisti bellici, si può affermare con assoluta certezza che in Ucraina c’è una guerra e non un’operazione speciale, c’è un invasore-aggressore e un Paese aggredito; ci sono tanti morti tra militari e civili; ci sono delle atrocità; ci sono milioni di sfollati costretti ad abbandonare la propria terra, i propri affetti, i propri beni, il proprio lavoro; ci sono dei bombardamenti continui con città distrutte.

E ci sono degli inviati di organi di stampa internazionali che vedono, sentono, rischiano, cercando direttamente dal fronte di raccontarci quello che accade. Alcuni, per raccogliere dal fronte e non dai social la verità, hanno pure perso la vita. Realmente.

 

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