Fondato a Racalmuto nel 1980

A chi deve dare ascolto Dio? 

Non ci può essere un dio della pace e un dio della guerra

Raimondo Moncada

Dio ancora una volta è tirato per la giacchetta e non sembra avere pace. C’è chi lo tira da una parte e chi dall’altra, secondo le proprie convenienze, utilità, bisogni, disperazioni, orrori, teologie, sensibilità, profondità d’animo. Succede anche in guerra. Un fronte gli chiede di farlo vincere al più presto e con meno perdite possibili, un altro fronte lo supplica affinché faccia perdere l’avversario. E si mettono in scena pure rituali, dentro luoghi di culto, con la potenza delle “armi” religiose e l’autorevolezza di leader spirituali.

A chi deve dare ascolto Dio? Chi deve aiutare per primo? Come sceglie tra una parte e l’altra? È possibile che ci siano un dio della guerra e un Dio della pace?

Quante domande, quanti dubbi che fa emergere la parte razionale della mente umana, a cui si aggiunge un altro quesito legato alla drammatica attualità che ha sconvolto un Paese aggredito e l’intera Europa:

Dio starà dalla parte del patriarca ortodosso di Mosca (e di tutti i  gli credono) che giustifica la guerra di Putin contro il popolo ucraino o starà al fianco del popolo aggredito nel proprio Paese che prega affinché l’incubo che sta vivendo abbia presto fine?

Certo fa impressione un leader religioso che in Russia, in un sermone, dentro una chiesa, col Crocifisso in mano e al collo, davanti a una platea di fedeli, con l’uniforme sacra, giustifica l’intervento militare di Putin contro un altro Stato, per punire il peccato della lobby gay e quelle che vengono indicate come “atrocità” contro un’autoproclamata repubblica filorussa in Ucraina.

“I nostri fratelli nel Donbass, gli ortodossi, stanno indubbiamente soffrendo, e noi non possiamo che stare con loro, soprattutto nella preghiera” ha detto il patriarca nel suo sermone della Domenica del Perdono – secondo quanto riportato dai media. Il religioso ha poi proseguito dicendo: “Dobbiamo pregare affinché la pace giunga al più presto, che il sangue dei nostri fratelli e sorelle si fermi, che il Signore inclini la sua misericordia verso la terra sofferente del Donbass, che ha portato questo segno triste per otto anni, generato dal peccato e dall’odio umani”. 7

Non un pensiero, non una parola, non una preghiera, non un sentimento di dolore, di pietà, di empatia sul resto del popolo ucraino, sulle donne, sui bambini, sugli anziani costretti a fuggire, a lasciare le città rase al suolo dai missili russi. Neanche nei giorni successivi il patriarca ha fatto marcia indietro, ha anzi rincarato la dose accusando l’Occidente e i Paesi della Nato. Lo ha fatto nella risposta a una lettera del segretario generale ad interim del Consiglio ecumenico delle Chiese, Ioan Sauca, che lo ha invitato – così come riporta l’Avvenire – a intervenire per fermare la guerra: “Per favore alzi la sua voce e parli a nome dei fratelli e sorelle sofferenti, la maggior parte dei quali sono anche membri fedeli della nostra Chiesa”.

Di un altro mondo è Papa Francesco, guida spirituale della Chiesa Cattolica. All’Angelus domenicale, in Piazza San Pietro, il Pontefice ha pronunciato parole chiare, tonanti, prendendo una posizione inequivocabile in contrapposizione alle idee espresse dal patriarca russo. Le parole di Papà Francesco sono riportate sul suo profilo Twitter: “Col dolore nel cuore unisco la mia voce a quella della gente comune, che implora la fine della guerra. In nome di Dio, si ascolti il grido di chi soffre … In nome di Dio, vi chiedo: fermate questo massacro! Davanti alla barbarie dell’uccisione di bambini, di innocenti e di civili inermi non ci sono ragioni strategiche che tengano: c’è solo da cessare l’inaccettabile aggressione armata, prima che riduca le città a cimiteri”.

Papa Francesco ha chiesto a tutte le comunità diocesane e religiose di aumentare i momenti di preghiera per la pace e, nel rispondere a ogni dubbio, ha sottolineato con tutti i colori degli evidenziatori: “Dio è solo Dio della Pace, non è dio della guerra, e chi appoggia la violenza ne profana il nome”.

http://www.raimondomoncada.blogspot.com

 

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