Fondato a Racalmuto nel 1980

“La mia vita intorno al sale”

STORIE Quasi quarant’anni di servizio in miniera per Gigi Scibetta, direttore dello Stabilimento Italkali di Racalmuto. Con una punta d’orgoglio: «Mai preso un giorno di malattia. Anche quando stavo male, andavo in ferie».

IN GALLERIA Gigi Scibetta, direttore dello Stabilimento Italkali di Racalmuto

Da quando è in servizio non ha mai preso un giorno di malattia. Quasi un record per Gigi Scibetta, direttore della miniera Italkali di Racalmuto, che oggi festeggia un altro traguardo importante: 38 anni di servizio nel pianeta sale. E se oggi questo tesoro bianco che sta sottoterra continua a dare numeri eccezionali lo si deve anche a lui, alla sua storia che inizia il 3 febbraio del 1984.

«Mio padre era andato da pochi mesi in pensione – racconta – sono stato assunto come operaio. Ricordo benissimo quel giorno, era un venerdì. Il direttore di allora, Antonio Lo Celso, mi diede l’incarico di aiuto magazziniere, il mio primo collega è stato Roberto Casodino, ero il suo aiutante. Poi, essendo diplomato geometra, per tre anni mi hanno trasferito a Pasquasia, nell’ennese, dandomi l’incarico di aiutante topografo. Grazie a quest’esperienza, sono stato richiamato a Racalmuto, nel mio paese, dove nel frattempo il topografo era andato in pensione».

Passano gli anni e Gigi Scibetta insegue comunque il sogno del sottosuolo. In quegli anni la miniera di Racalmuto contava un centinaio di unità lavorative. Tutti ancora in paese ricordano il pullman pieno che partiva all’alba dalla Matrice. Sempre con l’avvocato Francesco Morgante alla guida della società, anche Racalmuto ha vissuto momenti esaltanti e altri meno. Ma sempre con lo spirito giusto nel portare avanti una realtà importante per il territorio.

Negli anni Novanta il direttore Salvatore Paternò indica la strada a Scibetta per operare in miniera. Occorreva avere il diploma di Perito minerario. «Ho studiato da esterno – dice – e mi sono diplomato a Caltanissetta tra il 1994 e il ’95. E per dieci lunghi anni ho fatto il capo-servizio del sottosuolo. Un’esperienza straordinaria. Le cose cambiavano, c’era ancora la dinamite, le frese sono arrivate dopo. Ma tanto sale, tanto».

Nel dicembre del 2006, tre giorni prima di Santa Barbara, l’avvocato Morgante – dopo sei mesi di supervisione – lo nomina direttore dello Stabilimento di Racalmuto. Un grande traguardo per lui, ventidue anni dopo quel 3 febbraio dell’84. Ora sono sedici anni di guida della miniera, fiore all’occhiello di tutta l’Italkali. Il sale che sta qui sotto arriva in tutto il mondo. Ne vanno fieri Monica ed Enrico Morgante, al vertice  della Società che diffonde il sale di Sicilia nel mondo divenendo sempre di più attore principale sul mercato europeo.

È un sale ottimo, finissimo, che piace molto. E anche se nelle piccole confezioni il nome di Racalmuto non c’è più  – perché, ci spiega Scibetta, “la raffineria è in territorio di Milena” – tutti sanno che viene da qui, da questo paese del sale «e salinari erano i racalmutesi, tutti i racalmutesi… – scrisse una volta Leonardo Sciascia – E c’era anche, in orgoglio, in esaltazione, il dire “sale e sapienza”, quasi che il sale, elemento del battesimo, di ben altra quantità, qualità ed efficacia fosse chi a Racalmuto nasceva. “Non hanno sale in testa” era la più comune denigrazione rivolta agli abitanti dei paesi vicini. Averlo sotto i piedi, nel sottosuolo, evidentemente si riteneva un tutt’uno con l’averlo nella testa».

Ora non so se Sciascia avesse sempre ragione. Ma parlando dei racalmutesi, dei suoi concittadini, quasi mai sbagliava. Ancor oggi la miniera di sale è l’orgoglio del paese, avere un direttore Racalmutese resta una soddisfazione per tanti. E Luigi Scibetta – dal 2019 “Stella al merito del lavoro” – ne è consapevole e cerca di fare sempre meglio sapendo, tuttavia, che arriverà anche per lui la meritata pensione.

Ha accompagnato tantissime persone laggiù, in galleria. Sa bene come attirare l’attenzione dei curiosi, dei tanti che chiedono di visitare la miniera, tappa da diversi anni del percorso turistico-letterario della “Strada degli scrittori”.

Con una punta d’orgoglio, prima di offrirci un caffè, ci parla ancora dei tanti traguardi raggiunti: «Abbiamo chiuso il 2021 con numeri eccezionali. E questo mi fa piacere, ma il successo non è solo mio».

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