Fondato a Racalmuto nel 1980

“Affido ai giovani la guida della comunità”

Racalmuto, l’arciprete Don Diego Martorana va in pensione e lascia a Don Carmelo La Magra il coordinamento dell’Unità pastorale. La sua comunità lo saluterà oggi con una celebrazione eucaristica in Matrice. 

Don Diego Martorana ai piedi del santuario della Madonna del Monte lo scorso mese di luglio (Foto di Salvatore Picone)

Lascio la guida della comunità in mano ai giovani, ringraziando tutti per la vicinanza. Ho visto cambiare in sessant’anni questo paese, ho vissuto gli anni del cambiamento in mezzo ai giovani e a loro affido un nuovo corso della storia ecclesiale di Racalmuto”.

Così l’arciprete Don Diego Martorana saluta la sua comunità per dedicarsi al riposo, dopo tanti anni di servizio nella Chiesa di Racalmuto. La sua comunità, in attesa dell’arrivo di Don Carmelo La Magra, il nuovo arciprete – chiamato oggi coordinatore di tutte le parrocchie – lo saluterà oggi alle 19 con una celebrazione eucaristica in Matrice. Un’occasione per ringraziare padre Martorana per la sua lunga attività di sacerdote.

Incontriamo monsignore in sagrestia. Nelle pareti i ritratti degli ultimi arcipreti di Racalmuto. In queste ultime settimane ha riordinato carte e documenti per lasciare tutto in ordine al nuovo giovane parroco dell’unità parrocchiale. Ricorda gli anni in cui ha iniziato proprio in Matrice, accanto all’arciprete Giovanni Casuccio:

Sono stato ordinato sacerdote il 24 aprile del 1962 e mi hanno dato subito l’incarico di vice parroco qui in Matrice. Con monsignor Casuccio, apparentemente rigido, siamo entrati subito in sintonia. Aveva le idee chiare del cambiamento che ci sarebbe stato da lì a poco non solo nella comunità, ma anche all’interno delle parrocchie. Era iniziato da poco il Concilio. Prima la parrocchia era il centro culturale e ricreativo. Rispetto ad oggi un altro mondo, ogni parrocchia era isolata, non c’era il senso di comunità. Ma non ho nostalgia del passato”.

Il giovane Don Diego Martorana, a destra nella foto, con accanto l’arciprete Casuccio, Padre Puma e altri sacerdoti negli anni Sessanta, durante la festa della Madonna del Monte (Foto Archivio Malgrado tutto)

Padre Martorana ricorda bene quando, nel 1966 – nel frattempo era stato nominato arciprete il giovane Don Alfonso Puma – gli affidarono la parrocchia della Madonna del Carmelo. Dove è rimasto fino al 2008. “Erano gli anni del boom economico, e ci fu una ventata di novità che dava stimoli particolari – racconta Don Diego – . I giovani hanno cominciato ad essere presenti anche se gli spazi che avevamo erano piuttosto angusti. Non c’erano altre attrattive. Mi dedicai subito al coinvolgimento dei ragazzi, ogni mese facevamo gli incontri di quartiere. E poi, col passare degli anni, il risveglio sociale e culturale. Ricordo, per esempio, quando iniziammo con le Novene natalizie. Una tradizione che non si è più fermata da allora. Eravamo alla fine degli anni Settanta. Il paese iniziò a trasferirsi nella zona del Carmelo”.

Il paese si espande, sì. Il giovane Don Diego coglie la sfida del cambiamento. Attorno a lui nascono gruppi di preghiera, oratori, scout, consulte giovanili. E’ il prete dei giovani, moderno e dinamico. Per tanti anni sarà così. Per questo alla fine degli anni Duemila si convince che quella zona nuova di Racalmuto – scelta politicamente discutibile oggi, quella di costruire dopo il ponte del Carmelo, che ha costretto i cittadini ad abbandonare le case del centro storico, oggi prevalentemente in abbandono – aveva bisogno di nuovi spazi e di una nuova chiesa. Nasce così il complesso parrocchiale di “Gesù Maestro” finanziato dalla Cei.

Padre Martorana nel 2008, in occasione della riapertura della Matrice, con l’allora vescovo di Agrigento Carmelo Ferraro e il prof. Giuseppe Nalbone, storico di Racalmuto (Foto di Salvatore Picone)

Ma il destino lo ha riportato dove tutto era iniziato. Quando è morto l’arciprete Puma, nel gennaio del 2008, è toccato a lui riaprire la Matrice chiusa da tanti anni per lavori di manutenzione e restauro. E lo ha fatto con lo stesso dinamismo, con lo stesso entusiasmo. “Bisognava ridare linfa al cuore del paese – dice – e la riapertura al culto della Matrice è stato senz’altro uno dei momenti felici che ricordo degli ultimi anni. Ci fu un entusiasmo straordinario, in venti giorni abbiamo riconsegnato la nostra bella chiesa Madre. Tutti a dare una mano, giovani e meno giovani. La riapertura coincise con l’unione pastorale delle due grandi parrocchie e quindi il distacco con la mia parrocchia del Carmelo è stato indolore”.

Agosto 2008, riapertura al culto della Matrice (Foto Pietro Tulumello)

Ancora una sfida per l’arciprete Martorana, l’ultimo testimone di un’antica tradizione di sacerdoti racalmutesi: “Con l’unità tante barriere si sono superate, c’è quel senso di comunità che sicuramente va migliorata. E’ toccato a me intraprendere questo nuovo percorso, avviarlo. Ma ora sono stanco. E’ giusto lasciare ai più giovani. Certo, rispetto a cinquant’anni fa anche Racalmuto, così come in tutt’Europa, la Comunità tende a mettere al centro l’Uomo e non Dio. I sacramenti vengono cercati per tradizione. Mi consola tuttavia sapere che ci sono cittadini, tanti giovani, che sono presenti, cristiani che prendono coscienza. Bisogna tornare tra la gente, nelle famiglie, in mezzo ai ragazzi. Le nuove tecnologie tendono ad isolarci, serve tornare a riunirsi, a discutere in comunità. Come dice Papa Francesco, la Chiesa deve essere in uscita altrimenti si ammala”.

Adesso Don Diego Martorana pensa a come trascorrerà il suo tempo. Non si fermerà, certo. Metterà la sua esperienza al servizio della comunità. Darà una mano a Don Carmelo La Magra, a suo fratello, Don Angelo, parroco della chiesa del Carmelo, a Don Luigi Mattina. “Ho la certezza che questo paese – conclude – dimostrerà di essere all’altezza, che i nostri giovani parteciperanno al nuovo percorso della comunità”.

Una nuova pagina della storia locale di quelle parrocchie di Regalpetra che per mezzo secolo sono state la casa – per citare Bernanos – che Padre Martorana ha contribuito a far crescere.

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