Salute. Fra le cause, oltre le scarpe scomode e la temperatura ambientale calda, anche la sudorazione eccessiva del piede
Pelle e calzature, in estate soprattutto, sono causa della formazione di vescicole o bolle ai piedi. Lo strofinìo continuo della pelle sulla scarpa causa una piccola raccolta di liquido sieroso-limpido o siero-ematico, che determina la comparsa della vescica, spesso di forma rotondeggiante. Quindi eccessiva pressione o continua frizione esercitata contro una porzione di pelle del piede quando questa sfrega contro una scarpa che non calza bene o perchè più grande o perchè stretta, così come l’utilizzo di alcuni tipi di calze ruvide, o piccole o grandi da indossare, sono nella maggior parte dei casi responsabili della formazione delle vesciche.
Se la bolla che si forma è abbastanza evidente risulta spesso dolorosa, diversamente, una bolla piccola è poco o affatto dolente; queste ultime di piccole dimensioni sono di solito vescichette che si formano sulla pelle umida e nella stagione calda, quando si percorrono lunghe distanze e si indossano scarpe nuove non comode. La cosa più importante da fare quando ci si accorge delle vescicole in queste zone anatomiche, che siano esse grandi o piccole, è mantenerle intatte. Quanti di noi alla vista della vescica o della bolla sotto le dita dei piedi o intorno al tallone hanno avuto la tentazione di prendere uno spillo o un ago per far fuoriuscire il siero? In passato si usava far passare un filo di cotone mediante un ago dentro la bolla per permettere al liquido di uscire fuori attraverso il filo stesso o addirittura si lasciava il filo tutta la notte dentro la bolla. Purtroppo questa tecnica, come soluzione per liberarsi dalle fastidiose vescicole, è errata, non risolve correttamente il problema, anzi mette l’individuo a rischio di infezioni veicolando batteri in una zona come quella del piede che, di suo, ha già una carica batterica abbastanza alta. Il filo, infatti, potrebbe portare dentro la vescica i batteri ed essere causa di infezioni come pus, arrossamento, aumento del dolore. E’ bene, comunque, consultare il proprio medico per intraprendere la terapia antibiotica qualora si verificassero situazioni del genere a prescindere che la causa sia stata un nostro barbaro intervento erroneamente risolutivo o meno.
La pelle è una vera e propria barriera di protezione contro i batteri, ecco perché non forzare la rottura delle vesciche. La cosa giusta da fare è invece coprire la bolla con un cerotto per evitare infezioni batteriche ed aspettare tre giorni affinché possa avvenire il riassorbimento spontaneo del liquido stesso. Se, intercorsi questi giorni, la vescica non scompare spontaneamente, anzi diviene dolorosa, si può far drenare il liquido accumulato sotto la pelle lasciando però intatta la pelle sovrastante. Questo è il caso in cui la siringa monouso può essere utile per aspirare il siero, dopo aver ben disinfettato la parte interessata sia prima, che dopo il drenaggio e fasciando con accortezza la zona con una garza di protezione.
Fra le cause, oltre le scarpe scomode e la temperatura ambientale calda, anche la sudorazione eccessiva del piede gioca un ruolo determinante, così come trasportare un carico pesante. Quindi la corretta gestione, sin da subito, di una vescicola dovuta all’attrito sulla pelle consiste nel lavare l’area interessata con acqua e sapone ed applicare un cerotto per vesciche e non perforare la bolla; in tal modo la zona del piede interessata guarirà spontaneamente senza irritazione, infezione e dolore. Se invece la bolla dovesse rompersi accidentalmente al liquido una volta fuoriuscito subentreranno piccole ulcere, ricoperte da croste che guariranno gradualmente.
0 commenti