Recensioni. U misteri di nonni. Un racconto che richiede una sosta lunga su cui riflettere
“Incredibile è l’Italia e bisogna andare in Sicilia per constatare quando è incredibile l’Italia” (Leonardo Sciascia)
I racconti della Domenica di Malgradotutto sono un appuntamento da non perdere ma questo racconto di Vincenzo Campo richiede una sosta lunga su cui riflettere.
Prima di tutto, la lingua. Il siciliano – non dimentichiamolo! – nasce proprio come lingua alla corte di Federico II di Svevia e anticipa di almeno un secolo l’uso dell’idioma toscano come lingua d’élite letteraria d’Italia.
Tuteliamo e sosteniamo il siciliano e i dialetti in generale, io ne sono una fautrice e convinta sostenitrice. Per me è un vanto, misto ad orgoglio, conoscere, oltre al siciliano, il veneto e il napoletano.
E poi, il contenuto del racconto e i suoi messaggi sociali: la ricerca delle radici, l’amore per i bambini, per gli animali.
Sì, certo, degli animali Vincenzo Campo non ne parla ma…guarda un po’…sono tutti veterinari nella famiglia…ne dobbiamo parlare?
Insomma, è un mondo, quello di Vincenzo, che ci riporta al dovere di ascoltare, trasmettere, insegnare, saper sorridere. E, per insegnare, dobbiamo prima di tutto acculturarci.
Complimenti a Vincenzo Campo. Tanti! Mai domenica fu più gradita.
Ad maiora semper!
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Grande Vincenzo Campo
Grazie!