Nostra conversazione con Roberto Tripodi, Architetto geniale e ricco di fantasia.

Nell’immaginario collettivo molti pensano che gli architetti progettino solo case, palazzi e città. Invece gli architetti progettano anche oggetti straordinari: barche, orologi, sedie e altro ancora. L’Architetto Roberto Tripodi, che è anche uno scrittore, è decisamente uno di questi: geniale e ricco di fantasia.
Possiamo affermare che molti oggetti particolari del mondo moderno sono progettati dagli architetti?
“Potremmo partire dalla sedia Weissenhof che è stata progettata nel 1927 dall’architetto Ludwig Mies van der Rohe, per arrivare all’architetto Anna Maria Fundarò, che a Palermo fondò nel 1983 il Dottorato di ricerca in “Disegno Industriale, arti figurative e applicate”. Purtroppo la Sicilia ha accettato da un cinquantennio un ruolo di periferia sottosviluppata: sul piano del progetto essa usa modelli culturali importati. La cultura materiale che le derivava dalla sua storia passata viene cancellata. Ma se in Sicilia il legame tra architetti e industria è stato impossibile, nel Nord è stato proficuo e ricco di successi, Achille Castiglioni è una delle figure più importanti del design e dell’architettura. Tra i suoi pezzi più memorabili, ci sono le lampade Parentesi e Arco per Flos.Giò Ponti è stato uno dei più grandi architetti e designer italiani del dopoguerra. Tra le sue creazioni ci sono le porcellane per la Richard-Ginori, le lampade per Fontana, le posate per Arthur Krupp, le sedie per Cassina. Gae Aulenti, che a Palermo ha restaurato Palazzo Branciforte,architetto e designer tra i più importanti del secondo dopoguerra, ha disegnato, tra le altre cose, la lampada Pipistrello per lo showroom di Olivetti. Ettore Sottsas ha firmato un’infinità di progetti; dal calcolatore elettronico Elea 9003 per la Olivetti, all’oliera 5070 per Alessi. Alessandro Mendini è stato un faro nel design italiano, ha firmato prodotti iconici come la Poltrona di Proust per Alchimia Edizioni nel 1978, il cavatappi Anna G per Alessi nel 1994 e la lampada Amuleto per Ramun nel 2010”.
Renzo piano ha progettato degli oggetti?
Piano è noto per il suo approccio umanistico e sostenibile al design. Le sue opere spesso integrano elementi naturali e sfruttano al massimo la luce naturale per creare spazi luminosi e invitanti. Non ha progettato oggetti in senso stretto essendosi interessato soprattutto di grandi strutture, di spazi museali. Il suo curriculum è sterminato. Da senatore a vita ha messo a disposizione di 30 giovani architetti il suo studio a Palazzo Madama e il suo stipendio da senatore. Ha progettato numerosi edifici di riconoscimento mondiale, tra cui il Centre Pompidou a Parigi insieme a Richard Rogers, il Museo d’Arte Moderna di Stoccolma, la nuova ala del Whitney Museum of American Art a New York e la California Academy of Sciences a San Francisco.
Gli architetti hanno progettato oggetti utili alla scienza medica?
No, mai coinvolti, ma sono stati protagonisti nella progettazione di strutture ospedaliere. La pandemia ha costituito un “punto di svolta” nel modo di concepire la Sanità nel nostro Paese, determinando uno scenario caratterizzato da fenomeni nuovi. È risultata chiara l’esigenza di ripensare la Sanità come un servizio a diversi livelli, meno concentrato su pochi centri di eccellenza e più distribuito sul territorio. Sono emerse con evidenza le carenze tecniche ed organizzative della logistica sanitaria, sia a livello di extra-logistica (dai produttori ai centri di cura), sia di intra-logistica (entro le mura dei centri di cura).Le innovazioni nel design degli ospedali riflettono l’evoluzione della medicina e del servizio sanitario. L’architettura ospedaliera è in continua evoluzione, integrando tecnologie all’avanguardia e tenendo conto delle considerazioni psicologiche ed emotive dei pazienti.
Quali competenze deve avere un architetto nell’era di internet?
Sono tramontati i tempi in cui l’architetto progettava col tecnigrafo, disegnava con grafos e rapidograph a inchiostro di china. Oggi deve usare applicazioni informatiche che gli consentano di portare a termine sia i disegni progettuali che i calcoli strutturali. Internet è indispensabile per avere accesso alle banche dati di ampiezza internazionale e per essere collegato a una rete di comunicazioni che gli permetta di utilizzare competenze specialistiche che il suo atelier non possiede. Credo che l’Intelligenza Artificiale riserverà sorprese nel campo della progettazione architettonica. Nel 1975 lavorai con Oscar Niemeyer. Lui utilizzava dei grandi blocchi di fogli, sulla sinistra eseguiva gli schizzi del progetto e sulla destra scriveva gli appunti per la realizzazione, lo staff passava quindi tutto al progetto esecutivo. Domani sarà l’A.I. a passare al progetto esecutivo.
Da che cosa nasce il tuo interesse per la storia?
Dal fatto di essere un acragantino, nato quindi in un luogo carico di storia da riscoprire. Dal tentativo di ricostruire, partendo dal mito, la verità dei fatti.
Sei anche uno scrittore. Oggi è più facile scrivere o progettare?
È più facile scrivere, anche se in Sicilia entrambe sono missioni impossibili. Non solo perché oggi ci sono più scrittori che lettori, ma non esiste più una scuola letteraria siciliana. Non è più il tempo in cui la letteratura italiana era dominata da Capuana, Verga, De Roberto, Pirandello, Tomasi di Lampedusa, Vittorini, Quasimodo, Borgese, Sciascia, Brancati, Consolo, Bufalino … Quanto all’architettura, mi sembra in crisi di committenza: in Sicilia l’edilizia è bloccata, gli architetti si occupano soprattutto di restauro, di prospetti, di catasto e di sanatorie. Le grandi opere sono rare, di contemporaneo abbiamo solo il Molo Trapezoidale a Palermo, poi per trovare interventi di qualità dobbiamo andare a Carlo Scarpa, allestimento di Palazzo Abatellis nel 1989, a Italo Lanfredini, Labirinto di Arianna, vicino al piccolo borgo di Castel di Lucio nel 1990, Michel Andrault e Pierre Parat, Basilica Santuario Madonna delle Lacrime di Siracusa nel 1994, Antonino Leonardi, La Sala Rossa, Catania nel 2.000.
Ti ho proposto di progettare una libreria mobile e mi hai subito accontentato…
Sono contento che ti sia piaciuta l’idea di una libreria triangolare, montata su quattro ruote. Può contenere 40 libri, essere trasportata dentro un’auto una volta smontati i pannelli. Alla base è più larga per avere il baricentro basso e non rovesciarsi. I libri sono a vista per una facile consultazione. Non sarà difficile trovare un bravo falegname per realizzarla.
Quale oggetto ti piacerebbe progettare per vivere in pace?
Mi piacerebbe progettare un letto come quelli che erano in uso nel seicento: corto e largo. Infatti era prassi comune dormire quasi seduti, con numerosi cuscini alle spalle. Questa posizione favoriva la digestione, evitava l’ernia iatale, aiutava la respirazione. Il sonno, soprattutto nella terza età, è una fase importante della giornata dell’essere umano. Dormire bene riconcilia col mondo e aiuta a vivere in pace.
___


