Ricordo quelle lezioni della professoressa Lo Nardo con gratitudine

Una nota apparsa in questi giorni su un giornale, a firma di Simone Craparo, sindacalista di Racalmuto della GILDA, settore scuola, mi ha fatto riflettere, sbloccando in me un ricordo.
C’erano anni, non poi così lontani, in cui a scuola si poteva parlare di Palestina in una classe di terza media senza che nessuno gridasse allo scandalo.
Anni in cui un’insegnante come la professoressa Ida Lo Nardo di Favara, che in quel tempo insegnava a Racalmuto, attraverso la lettura dei giornali, attraverso ritagli di quotidiani che incollavamo nella nostra computisteria, riusciva a portare in aula la storia dell’OLP di Yasser Arafat, una storia intricata e lontana, senza timori, senza interrogazioni ideologiche, senza bisogno di premettere che “no, non è propaganda”, o di aspettarsi una nota del Preside o l’irritazione di qualche genitore. Nessuno si scandalizzava.
Studiavamo per capire, non per schierarci. E in fondo era proprio questo lo spirito dell’insegnmento, offrire strumenti, dare voce a pagine difficili della storia, anche a quelle che fanno discutere.
Ricordo quelle lezioni della professoressa Lo Nardo con gratitudine. Non ci ha detto cosa pensare. Ci ha insegnato a pensare. Ci ha mostrato che la storia non è una linea retta, che la verità richiede fatica e tempo, che anche i conflitti lontani ci appartengono.
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