L’iniziativa dell’Associazione “KaruSi” ha riportato vita e partecipazione in uno dei quartieri storici di Racalmuto
Una serata all’insegna della socialità, della musica e della semplicità ha riportato vita e partecipazione in uno dei quartieri storici di Racalmuto. È quanto accaduto ieri sera grazie all’impegno dei “KaruSi”, un’associazione giovanile sempre più attiva nel promuovere iniziative culturali e sociali sul territorio.
Nell’ambito della manifestazione Vaneddra in festa organizzata dalla Pro loco guidata da Angelo Giudice, i giovani dell’associazione sono riusciti a trasformare una stradina del centro, dietro la chiesa di San Giuseppe, in un luogo di incontro e condivisione, attraverso un’iniziativa intitolata “Un quartu e na gazzusa” che ha messo insieme musica, animazione e degustazione di spaghetti offerti dalla Pro loco ai partecipanti.
Un gesto semplice, ma simbolicamente forte, che ha richiamato tante ragazze e ragazzi, coinvolti in balli di gruppo e momenti di aggregazione.
L’evento ha dimostrato come, anche con risorse limitate, l’entusiasmo e la partecipazione giovanile possano fare la differenza, restituendo centralità a spazi urbani spesso trascurati. Vaneddra in festa non è stata solo una festa di quartiere con tante iniziative legate alla memoria, alla musica, all’arte, ma anche un messaggio chiaro: i giovani possono essere protagonisti capaci di ridare senso e valore alla comunità locale, spesso scoraggiata da anni di immobilismo.
Nonostante l’entusiasmo, non mancano le difficoltà. Le iniziative portate avanti dai “KaruSi”, infatti, si scontrano talvolta con resistenze culturali, scetticismo e invidia, elementi che rischiano di scoraggiare l’impegno civico. Eppure, i risultati parlano chiaro: l’associazione continua a ottenere il consenso e la partecipazione di una parte sempre più ampia della comunità giovanile e non solo.
In un paese dove spesso si assiste alla fuga dei giovani o alla loro marginalizzazione nei processi decisionali, l’esperienza dei “KaruSi” rappresenta un esempio concreto di come le nuove generazioni possano essere una risorsa fondamentale per la rinascita dei centri storici e per il rafforzamento del tessuto sociale.
La speranza è che questo tipo di esperienze non restino isolate, ma possano diventare modelli replicabili, sostenuti e valorizzati anche dalle istituzioni.
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