Migliaia di persone vanno in pensione, embè? Beh, in questo caso forse sono necessarie alcune parole per raccontare quella bella ragazza che molti anni fa ci accolse in casa trovando spazio e pazienza per cominciare l’avventura di questo giornale

Bambi va in pensione. Rivolta a lei la parola descrive una condizione fuori luogo, abituata com’è a saltabeccare dalla Sicilia alla Toscana, badare alle sue case, alle sue cose, avere lo sguardo rivolto alla famiglia che, nel frattempo, si va ingrossando di nipotini. Eppure è così, Maria Paola Sciarrotta smetterà con registri di classe e abbeccedari, bambini e riunioni, correzioni e dettati. Comincia una nuova vita; ma lei è maestra di vite nuove.
Migliaia di persone vanno in pensione, embè? Beh, in questo caso forse sono necessarie alcune parole per raccontare quella bella ragazza che molti anni fa ci accolse in casa trovando spazio e pazienza per cominciare l’avventura di questo giornale.
Bambi è un vezzeggiativo del marito alla moglie. Ce lo ricordiamo sin da quando, ragazzini, entravamo in quell’appartamento di Grotte. Che somigliava a un felice caravanserraglio animato da tre bambini e un marito sempre col piede sull’uscio o per andare a insegnare o alla volta di paesi lontani a portare canzoni e sogni sulle piazze agghindate in onore del patrono.
E poi c’eravamo anche noi: io, Gaetano, Gigi, Salvatore che avevamo agguantato Egidio come un fratello maggiore per avviarci in un mondo di cui nulla sapevamo, ma su cui puntavamo molto.
Non c’erano orari, non c’erano feste: ogni momento era buono per impostare un numero del giornale, disegnare un menabò, strutturare quella che un po’ pomposamente chiamavamo campagna di stampa. Ma non erano tempi veloci come questi che viviamo oggi, non c’erano i social. C’erano le radio libere, è vero; ma là giravano solitamente musica e dediche.
Per i temi più impegnati l’unico strumento era stampare un giornale. Ed eccoci lì, attorno a Egidio Terrana che ci diceva questo sì, questo no, quella cosa va bene, quell’altra ci porta una querela. Cose così.
Maria Paola è stata una testimone sorridente, attenta e svagata di quella esperienza. Indulgente, soprattutto. Non l’abbiamo mai vista imbronciata o arrabbiata. Stanca, a volte: mandare avanti tre figli (Antonino, Paolo e Martina) e la casa non era semplice e certo la nostra presenza per casa non aiutava. Tuttavia, non lesina(va) mai un sorriso, una battuta ironica, una fetta di torta, un caffè. Mai.
Le piaceva, però, prendersi gioco di noi. Le prime volte il marito ordinava, Bambi il caffè. E dalla cucina veniva un urlo squillante: basta, ora basta, se vuoi vieni e te lo fai tu, mi avete rotto tutti con le vostre storie. Ci guardavamo un po’ a disagio. Durava lo spazio di qualche secondo, quando i due si scioglievano in una divertitissima risata.
Anche Bambi cresce, però. E arrivò il momento di una scelta che fu un grande balzo: dopo una vita passata a guidare e crescere con amore la sua splendida famiglia, voleva realizzare il sogno per cui aveva studiato. Andò via dalla Sicilia per andare ad insegnare in Toscana, nella provincia di Siena. Una scelta di carattere fare le valigie e andare. Lo ha fatto alla sua maniera, divertita e leggera. Su di lei lo sguardo dolce come una carezza di suo marito che l’ha seguita ogni momento che poteva.
Entrambi, ora, sono finalmente più liberi di coltivare la leggerezza e quel senso di gentilezza che ha impregnato le loro vite.
Auguri da tutta la famiglia di Malgrado tutto, Maria Paola. Buona vita. E prenditi ancora cura del nostro fratello maggiore.
Ah, un’ultima cosa, Maria Paola. Non ti dimenticare di invitarci ancora a gustare il tuo insuperabile tiramisù, e magari farci ascoltare la tua bellissima e intonatissima voce.
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