Ragusa, Camera D’Autrice per Maria Occhipinti: scrittrice, poeta, attivista, pensatrice, femminista, pacifista, leader del movimento antimilitarista “Non si Parte”

È approdato anche a Ragusa il progetto Camera d’Autrice dell’Associazione Toponomastica femminile. Grazie alla proprietaria Carlotta Schininà ed al Soroptimist locale, una stanza de “La dimora Spartivento” è stata intitolata alla nostra conterranea Maria Occhipinti, con la presenza, seppur da remoto, della figlia Marilena Licitra.
Una figura femminile poco conosciuta, spesso volutamente obliata anche dai suoi stessi concittadini. Maria Occhipinti è stata una donna, il cui impegno politico e civile, è stato così profondo e variegato che è difficile incasellarla in una sola definizione o in un Movimento.
Fu scrittrice, poeta, attivista, pensatrice, femminista, pacifista, leader del movimento antimilitarista “Non si Parte”. Nacque a Ragusa il 29 luglio del 1921 in un quartiere popolare dove visse l’infanzia e l’adolescenza senza conoscere attenzioni e amorevoli cure ma solo miseria e ignoranza.
Ma in lei sin da piccola ardeva il desiderio di giustizia, di pace e l’amore per il bello. Per perseguire i suoi ideali, nel 1944, si iscrisse alla Camera del Lavoro contro il volere di tutta la famiglia e fu naturale per lei farsi portavoce di tutti i problemi delle donne, dei contadini, degli sfruttati, dei più poveri della sua città.
Il suo ricordo è soprattutto legato al gesto coraggioso che compì il 4 gennaio del 1945, quando, a 23 anni e incinta di cinque mesi, si distese a terra per impedire il passaggio ad un camion militare pieno di giovani uomini da mandare al Fronte.
Per questo suo gesto fu condannata al confino ad Ustica, dove diede alla luce la figlia Maria Lenina Licitra. In seguito, fu tradotta nel carcere delle Benedettine di Palermo. Durante la detenzione protestava soventemente per le scarse condizioni igieniche e la malnutrizione delle detenute e della loro prole. Grazie all’amnistia del Governo Togliatti fu liberata nel mese di dicembre del 1946, ma ritornando nella sua città natale avvertì l’ostilità della gente che l’allontanava o faceva finta di non conoscerla e fu inoltre ripudiata dalla propria famiglia. Fu così che decise di partire e nella sua vita attraversò il mondo.

Prima approdò a Napoli e in altre città italiane e poi in Svizzera dove, nel 1957, scrisse la sua autobiografia “Una donna di Ragusa”. Scrisse di lei, del carcere, dei suoi sentimenti e delle sue idee, del suo pensiero e del suo agire. Il suo secondo libro è del 1973, “Una donna libera”, pubblicato postumo nel 2004 dalla casa editrice Sellerio. Dopo altri dieci anni scrisse “Il carrubo e altri racconti”. La sua è una scrittura libera, così come era lei. Non aveva l’obiettivo di accattivare lettori e lettrici, anzi li risucchiava in vortici di pensiero poco rassicuranti e in angoli di mondo materiali e spirituali che richiedevano riflessioni e ripensamenti. Il suo sguardo squarciava le ingiustizie che l’avevano vista testimone diretta. Le sue osservazioni caustiche e il suo raccontare sempre la verità a qualunque costo la resero, ovviamente, invisa in molti ambienti politici e femministi che lei frequentava.
Durante la sua vita il suo impegno contro le guerre fu sempre costante, come l’impegno contro il razzismo e tutte le tipologie di ingiustizia sociale. Aveva un alto senso di onestà e si prodigava in mille modi per aiutare le persone più bisognose. Fu sempre accanto alle donne per lottare insieme al raggiungimento della libertà da stereotipi, pregiudizi e discriminazioni.

Maria Occhipinti fu una donna disobbediente che non voleva vivere in un mondo dominato dal capitalismo, dall’arricchimento a tutti i costi, dal non rispetto per la dignità altrui, dalla violenza e dalla sopraffazione. Viaggiò in lungo e in largo per il mondo svolgendo diversi mestieri: fu cameriera a New York, portantina a Casablanca, infermiera a Losanna e per sei mesi lavorò anche in un ospedale psichiatrico alle Hawaii. In ogni luogo coglieva lo spirito degli abitanti, imparava la ricchezza della diversità di razza, di pensiero, di cultura, di atteggiamento degli abitanti.
Con questo prezioso carico di esperienza, nel 1973, decise di fermarsi e di stabilirsi definitivamente a Roma dove intraprese collaborazioni con varie riviste e quotidiani e proseguì il suo impegno politico e pacifista. È morta a Roma il 20 agosto del 1996.

Con questa Camera d’autrice a lei dedicata, adesso sarà il mondo dei viaggiatori a incontrarla e a scoprire il suo grande valore, i suoi scritti, i suoi ideali e il suo anelito alla Pace nel mondo intero.
E potrà scoprirlo in un ambiente carico di fascino e suggestioni.