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Sant’Alfio, l’affascinante storia del Castagno dei Cento Cavalli

Il particolare nome con cui l’albero è conosciuto si deve a una leggenda che lo avvolge e che lo rende al contempo affascinante e misterioso.

Sant’Alfio, il Castagno dei Cento Cavalli (Foto Pro Loco Sant’alfio)

L’Associazione “Patriarchi della Natura in Italia” ha creato un archivio telematico in cui gli alberi più antichi – definiti appunto patriarchi, quasi fossero i progenitori del mondo vegetale – sono stati catalogati in maniera analitica e dettagliata, tenendo conto di tutti i loro dati di riferimento, e da tale classificazione è venuto fuori che a oggi questi giganti della natura censiti sono oltre cinquemila (esattamente 5327), distribuiti su tutto il territorio nazionale. Da tale elenco si apprende che nel Parco Regionale dell’Etna – all’interno del bosco detto di Carpineto, posto sul versante orientale del maestoso vulcano e rientrante nel territorio del Comune di Sant’Alfio – si trova, anzi “vive”, un albero molto particolare, conosciuto come il Castagno dei cento cavalli.

Ebbene, il castagno etneo, oltre a essere tra i più famosi in Italia, probabilmente e sulla base di molte e meticolose analisi, risulta essere l’albero da frutto più antico d’Europa e il più esteso al mondo.

Sant’Alfio, il Castagno dei Cento Cavalli ((Foto Pro Loco Sant’alfio)

Alcuni studi di eminenti botanici indicherebbero, infatti, che il castagno di Sant’Alfio abbia un’età biologica non inferiore ai tremila anni, e forse anche di più. Le difficoltà scientifiche di datazione sono collegabili ad alcuni danni da incendio che la pianta ha subito nel corso della sua lunghissima esistenza e alla circostanza che risulta essere costituita da ben tre polle, ovvero tre distinti fusti che col tempo si sono inestricabilmente fusi in un unico e imponente albero, come dimostrato da approfonditi esami del DNA del tronco che ne hanno stabilito l’unicità. La sua mole è tale che è stato indicato come l’albero avente la maggiore circonferenza al mondo, circostanza che ne ha determinato addirittura l’inserimento nel Libro del Guinness dei Primati con i suoi 57,9 metri.

Sant’Alfio, il Castagno dei Cento Cavalli ((Foto Pro Loco Sant’alfio)

Il castagno dei record è stato da sempre al centro dell’attenzione e della curiosità culturale di molti illustri viaggiatori che nel settecento svolgevano il classico Grand Tour in Italia, come lo scrittore e pittore Jean-Pierre Houel, secondo il quale la sua mole è tanto superiore a quella degli altri alberi, che mai si può esprimere la sensazione provata nel descriverlo.

Il particolare nome con cui l’albero è conosciuto si deve a una leggenda che lo avvolge e che lo rende al contempo affascinante e misterioso. Si narra infatti, come riportato dallo stesso Houel, che la regina Giovanna I d’Aragona recandosi dalla Spagna a Napoli, era solita fermarsi in Sicilia e andare a visitare l’Etna, accompagnata da tutta la nobiltà di Catania stando a cavallo con essa, come tutto il suo seguito. Essendo sopravvenuto un temporale, essa si rifugiò sotto quest’albero, il cui vasto fogliame bastò per riparare dalla pioggia questa regina e tutti i suoi cavalieri.

Sant’Alfio, il Castagno dei Cento Cavalli ((Foto Pro Loco Sant’alfio)

Nel corso dei secoli il Castagno dei cento cavalli è entrato a far parte delle proprietà di alcune nobili famiglie locali e a volte è stato utilizzato anche come luogo per conviviali banchetti con celebri ospiti: ricevimenti esclusivi, sotto le fronde del più grande e di uno dei più antichi alberi del mondo. Solo nel 1965 il Castagno venne espropriato dallo Stato per essere ufficialmente dichiarato monumento nazionale, in tal modo avviando una serie di attenti e moderni studi finalizzati alla tutela e alla conservazione di un bene naturalistico tra i più importanti e interessanti che esistano in tutta Europa.

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Ringraziamo la Pro Loco di Sant’Alfio per la gentile concessione delle foto, scattate da Antonio Trovato

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