L’inguaribile romantico e il salmone che è saltato più in alto
Con grande sorpresa e immenso piacere trovo, insieme a quello di altri amici, il mio nome nel nuovo libro di Gaetano Savatteri, “La magna via”, che mi annovera fra i cittadini resilienti di Racalmuto. Nonostante non risiedo, come lui, in paese stabilmente, ma ci torno quotidianamente. Come sostiene il grande regista Ozpetek: non si lasciano mai le case d’infanzia, anche quando non esistono più.
Quando è a Racalmuto non lo cerco, anche se mi informo sempre se è arrivato. Trovo bello incrociarlo mentre, come un personaggio felliniano, sulla sua vecchia Spider rossa, si aggira per le vie del paese. Distratto com’è, immagino ispirato dai suoi luoghi, a pensare quale titolo dare al suo prossimo giallo.
Sono di solito io a richiamare la sua attenzione, a fermarlo con fare paesano, con un deciso colpo di clacson. Così come quando, ancora neo patentato, lo incontravo sull’Alfa Giulia di colore bianco che il padre gli prestava a tempo, ossia da riportare a casa entro una certa ora.
Quando mi capita di trovarmi a Roma invece lo chiamo, lo cerco fra le cose importanti della capitale; orgoglioso come sono di lui, dei suoi successi letterari. Allora, un caffè in un bar famoso di Piazza del Popolo ricordando il bar Taibi di Racalmuto, il nostro ritrovo da ragazzi.
Eccoci dunque fra i soliti discorsi sfogliare il nostro piccolo album. Gli scherzi telefonici che facevamo da ragazzini, i titoli dei suoi dischi preferiti, le prime cottarelle. Gli confido il dispiacere che provo nel vedere a Racalmuto le case in vendita in cui un tempo vi abitavano i nostri amici o conoscenti.
Ancora una volta mi dà del nostalgico, dell’inguaribile romantico. Non sempre comunque riesco a vederlo come lo scrittore di fama che è diventato. Allora, lo contraddico come avveniva quando eravamo adolescenti, e lui: va beh! va!, “sempri lu stessu si”.
Ci salutiamo fino al prossimo incontro fra le strade del nostro paese, che continuiamo ad amare, in cui vivono i nostri ricordi, e con loro i nomi dei nostri amici: Nicola, Peppe, Ignazio, Salvatore, Totò, Alberto, Guido, Carmelo, Giancarlo. .
Ci lasciamo, non prima di avermi detto: siamo cresciuti in un paese che continuiamo ad amare, ciascuno a modo nostro, come quei salmoni che risalgono la corrente.
Dunque Gaetà, tu che sei stato tra noi il salmone più temerario e forte, quello che è saltato più in alto, grazie di cuore per questo tuo bel cadeaux letterario.