Guglielmo Schillaci apparteneva a quella schiera di insegnanti di Racalmuto dei quali Leonardo Sciascia parla nelle Cronache scolastiche delle Parrocchie
Quando se ne è andato, era il 17 gennaio del 2018, un’altra poltrona della sala del Circolo Unione è rimasta vuota. Guglielmo Schillaci Ventura, 88 anni, era la memoria storica dell’antico sodalizio, amato, frequentato e raccontato da Leonardo Sciascia.
Il professor Schillaci è stato uno degli ultimi testimoni di un mondo ormai scomparso. Un mondo fatto di lunghe serate trascorse nella sala di un Circolo a conversare, a discutere, a ridere, a litigare. E lui, il professore, era sempre in vena nelle sue “sforbicianti allusioni”, come scrive Calogero Taverna, storico e socio anche lui del Circolo più antico di Racalmuto.
Ma Guglielmo Schillaci era anche il maestro di Regalpetra appartenuto a quella schiera di insegnanti che tra i banchi di scuola di Racalmuto hanno fatto storia con le Cronache scolastiche delle Parrocchie. E molti dei quali non solo finiti involontariamente dentro quelle lontane pagine di Sciascia, ma divenuti personaggi reali del Circolo e del paese. Tutti maestri elementari, come Sciascia, soci del Circolo e amici di Nanà, così veniva chiamato lo scrittore dai suoi colleghi
Per Guglielmo Schillaci il Circolo era la sua seconda casa, della quale deteneva le chiavi, che aprivano ai nuovi giovani soci e ai tanti visitatori le pagine più segrete del sodalizio, raccontando antiche storie di personaggi in cerca d’autore.
Sempre con la battuta pronta e arguta, Schillaci era davvero l’anfitrione di quelle sale. Da quei balconi, che si affacciano nel cuore della piazza di Racalmuto, ha visto cambiare un paese. Socio dal 1950, ricopriva la carica di deputato (così vengono ancora chiamati i componenti dell’amministrazione del sodalizio) dal 1985. Insegnante al plesso “Marco Antonio Alaimo” della scuola “Gen. Macaluso”, Schillaci trascorse la sua vita tra la famiglia, la scuola e il Circolo.
Di Racalmuto conosceva vizi e virtù. Raccontava di tutto e diceva la sua, con lucida memoria, su fatti e persone di ogni tempo. Molte delle cose che ci ha raccontato, anche sul suo personale rapporto con Leonardo Sciascia – gli incontri alla Noce e le conversazioni al Circolo – andrebbero segnate nel taccuino di quella microstoria che si lega, inevitabilmente, alla grande storia. Che fa di Racalmuto, ancora una volta, protagonista della storia della Sicilia e della nazione.
Si compiaceva, Guglielmo Schillaci, quando al Circolo, da pochi anni inserito tra i luoghi della Memoria e dell’Identità della Regione Siciliana, si organizzavano manifestazioni e incontri culturali aperti a tutti. Ma mai, diceva, far entrare chi disprezza. Il Circolo è come il paese, bisogna amarlo per come è.
Accanto a lui nelle ultime sere in poltrona sempre il presidente, Francesco Marchese, compagno di tante serate trascorse a ricordare amici e momenti gloriosi, e l’affettuoso custode Carmelino Campanella.
E sembrano riecheggiare ora, nella sala vuota e in penombra del Circolo della Concordia, quei versi memorabili in vernanocolo siciliano: “C’è Guglielmu nasu finu,/ca canusci tanta genti./Nun c’è diavulu o parrinu,/di cu iddru nun sapi nenti”.