La città è protagonista in tre romanzi pubblicati nel giro di pochi mesi
Forse è un record. Sciacca è entrata in ben tre romanzi pubblicati nel giro di pochi mesi da altrettante e importanti case editrici nazionali. Ho la certezza di tre romanzi, avendoli acquistati in libreria per poi apprezzarne storie, narrazioni, descrizioni, riferimenti, con sensibilità e stili differenti.
Magari ci sarà qualcun altro libro su Sciacca che mi sfugge. E per questo chiedo anticipatamente perdono agli scrittori e alle scrittrici che si sono innamorati dei luoghi di Sciacca elevandoli a romanzo.
I libri sono stati pubblicati da tre importanti case editrici nazionali: Mondadori, Minimum Fax e Bompiani. A scriverli tre donne: Simonetta Agnello Hornby, Veronica Galletta e Milena Palminteri. Segni particolari? Sono tutte siciliane.
Simonetta Agnello Hornby, palermitana di nascita e vissuta fino a dodici anni ad Agrigento, da una vita a Londra, è autrice di Era un bravo ragazzo, pubblicato da Mondadori nell’ottobre del 2023.
Veronica Galletta, nativa di Siracusa e stabilitasi da tempo a Livorno, ha scritto Pelleossa, pubblicato da Minimum Fax sempre nell’ottobre del 2023.
Milena Palminteri è autrice di Come l’arancio amaro, uscito per i tipi di Bompiani nel giugno del 2024.
Veronica Galletta e Milena Palminteri hanno in comune un linguaggio che si impasta con il siciliano, di più in Galletta. Entrambe non chiamano Sciacca con il suo nome, ma fanno come ha fatto Andrea Camilleri che alla sua Porto Empedocle narrativa ha dato il nome di Vigata. Simonetta Agnello Hornby è l’unica a chiamare Sciacca con il suo bel nome e usa solo di tanto in tanto termini siciliani («quelle più sperte», «testa china», «murmuriò»).
Milena Palminteri, nata a Palermo da madre palermitana e padre saccense, usa il nome di fantasia Sarraca ma i luoghi citati sono della città reale: il mare di San Marco (dove andava da piccola dai nonni), lu Chianu di san Duminicu, le Grotte del Caricatore, piazza Purgatorio, il Monte San Calogero. Luoghi di un «paesuzzu marinaro che dalla Sicilia spia l’Africa».
Veronica Galletta cita alcuni luoghi saccensi e personaggi saccensi (il giardino incantato di «Filippu de li testi, scultore di umanità», il Monte Cronio e il «suo Santuario di fumi e vapori») inserendoli nella città immaginaria di Santafarra «che si allungava sul mare come una ciucertola», con il suo porto con «i moli come chele di granchio».
Simonetta Agnello Hornby fa muovere il suo romanzo Era un bravo ragazzo «tra Sciacca e Pertuso Piccione». Si legge nel romanzo di «festose quinte della città» con Sciacca che «precipita sul mare, casa per casa, colore su colore, forma su forma, a costituire, vista da lì, una Gerusalemme disordinata ma fascinosa e solenne». Cita anche i giorni dello storico Carnevale di Sciacca «quando arrivavano forestieri incuriositi dalla fama di cui godeva nella Sicilia Occidentale».
Sciacca ispira, ogni giorno, in ogni suo luogo. Basta seguire il respiro della città.
C’è da considerare e aggiungere anche il saggio di Salvatore Maira, Topografia di un delitto (Bompiani), minuzioso, attento, che ricostruisce l’omicidio del sindacalista saccense Accursio Miraglia non tralasciando alcun dettaglio. Non un’opera di fantasia, ma la storia vera di un eroe di Sciacca scritta in collaborazione con il figlio Nico Miraglia. Un libro che va letto, studiato e distribuito nelle scuole.
(Nella foto Raimondo Moncada con le copertine dei libri)
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