Fondato a Racalmuto nel 1980

Se ai miei tempi fossero esistiti gli smartphone

Ecco cosa avrei potuto fare, ma per fortuna ho avuto un’adolescenza senza smartphone 

Angela Mancuso

Prima delle vacanze di Natale ho assegnato ai miei studenti di primo anno come compito in classe un tema sul rapporto tra adulti e adolescenti. La riflessione ricorrente in tutti gli elaborati è stata il non riconoscersi nei giudizi negativi degli adulti e il chiedere maggiore comprensione e considerazione dei loro gusti, dei loro sogni, dei loro silenzi. C’è stato, però, un passaggio che, pur se sgrammaticato, mi ha fatto particolarmente riflettere. Un alunno ha scritto: “Quando ci dicono che stiamo sempre col telefonino hanno ragione, però volevo vedere se loro alla nostra età esistevano i smartphone!”.

Ecco. Ho ripensato alla mia infanzia e alla mia adolescenza e a cosa avrei fatto io se ci fossero stati “i smartphone”. Avrei potuto telefonare all’amica del cuore nel chiuso della mia cameretta senza dover usare il telefono fisso posto a portata d’orecchio dei genitori. Avrei potuto chiamare mio padre per dirgli che aveva nuovamente dimenticato di venire a prendermi a scuola e tutte le volte la maestra, per far passare il tempo, mi faceva pulire la lavagna. Avrei resistito per un po’ alla tentazione di usare Google, ma alla fine avrei ceduto e sarei andata a cercare la traduzione di quei brani di Cicerone che mi facevano letteralmente impazzire. Avrei mandato ai miei compagni la foto della traduzione anziché stare al telefono a dettarla parola per parola. Avrei iniziato prima a giocare a Candy Crush e adesso sarei al milionesimo livello. Avrei potuto ascoltare su Youtube le canzoni dei Queen, dei Talk Talk, di Battisti. Avrei potuto ascoltarle mille volte di seguito invece di consumare musicassette col nastro che si impigliava continuamente nel meccanismo del registratore. E su Youtube avrei trovato subito le nuove hit anziché aspettare che passassero alla radio per premere il testo “rec”.

Con lo smartphone avrei avuto la vita più facile. Avrei trovato foto e notizie dei miei cantanti preferiti senza andare in edicola a comprare TV sorrisi e canzoni o aspettare che su Cioè uscisse il poster di Nick Kamen. Avrei trovato le notizie sulla Seconda guerra mondiale su Wikipedia invece di ascoltare le storie raccontate dagli anziani, e anche le ricette di cucina, invece di farmele dire da mia nonna. Avrei scaricato videogiochi e tutti i social possibili invece di scendere in strada a giocare a “Campana”, a “Un, due, tre, stella!”, o andare in bici, cadere e sbucciarmi le ginocchia.

Avrei potuto…ma per fortuna ho avuto un’adolescenza senza smartphone. Con i nastri delle musicassette da riavvolgere con la matita, le copiose lacrime sulle versioni di Cicerone, le telefonate sottovoce all’amica del cuore e i poster di Cioè.

Ad ogni generazione la sua adolescenza.

 

 

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