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Il forte No di Favara alla violenza sulle donne

E’ stato un 25 novembre intenso, anche se un temporale violento ha in parte modificato le iniziative. In città è stato un susseguirsi di manifestazioni, momenti di riflessione, letture, che hanno visto protagonisti soprattutto i giovani studenti di tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado.

Una ferita ancora aperta, che il tempo difficilmente potrà cicatrizzare, è incisa ancora su una intera collettività. Non c’è giorno che nel pensiero di almeno un favarese, uomo o donna, anziano o giovane non sia presente Lorena Quaranta.

Una ferita dove ancora è fresco il colore del sangue, rosso come le scarpette simbolo del 25 novembre. Questa data per Favara non rappresenta più un solito appuntamento annuale da celebrare con eventi e manifestazioni per dire “Stop al femminicidio”. La città nella sua variegata ed articolata rete dell’associazionismo, nelle aule di tutti gli istituti, nei discorsi della gente comune, vive e vivrà la “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”  con un trasporto emotivo diverso.

Lorena era una splendida ragazza proiettata ad una brillante carriera medica. E’ stata vittima di un delitto eclatante. Ma non rimane una vittima isolata. Nel silenzio chissà quante altre Lorene ogni giorno soffrono e rischiano la vita per un rapporto di amore che il tempo ha trasformato in incubo, violenza, sevizie, offese morali e fisiche.

E’ stato un 25 novembre intenso, e solo un temporale violento ha in parte modificato le iniziative. In città è stato un susseguirsi di manifestazioni, momenti di riflessione, letture, che hanno visto protagonisti soprattutto i giovani studenti di tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, ma anche quelli un po’ più maturi come i componenti dell’Università della terza età “Unitre Empedocle”.  Quest’ultima associazione, sfidando la pioggia, in Piazza della Pace ha chiamato a raccolta tutte le  istituzioni politiche, clero, dirigenti scolastici con rispettive delegazioni di docenti ed alunni degli I.C. “Falcone Borsellino”, “Brancati”, “Bers. Urso.Mendola”, “Guarino” e degli istituti superiori “Ambrosini”, “King” e “Marconi”,  per una suggestiva ed emozionante cerimonia di installazione di una panchina rossa posizionata proprio nella piazza adottata ormai dalla “movida” serale delle giovani comitive.

Il suono del silenzio in onore di tutte le vittime del femminicidio, l’inno nazionale cantato da tutti i presenti, i messaggi importanti lanciati dagli interventi di Diego Caramazza e Giuseppe Veneziano per l’Unitre”, le letture di poesie,  alcuni contributi delle varie scuole ed i messaggi del Sindaco Antonio Palumbo e dell’arciprete Giuseppe D’Oriente hanno fatto da cornice alla scopertura della panchina rossa.

Sullo stesso asse viario, all’interno del liceo “King”, diretto da Mirella Vella, ha avuto luogo un’altra manifestazione sul tema “M’ama non m’ama”, culminata anche con la collocazione di una panchina artistica e all’I.C. “Guarino”, un flash mob con la scritta su maglie bianche “Stop alla violenza”.

Il forte maltempo che nel pomeriggio si è abbattuto sulla città ha invece rinviato l’altro importante evento organizzato dall’amministrazione comunale al castello Chiaramonte dove era previsto un convegno e la proiezione di un video promosso dal centro antiviolenza “Gloria” girato giorni fa in piazza Cavour con la partecipazione di amministratori locali, volontari, professionisti, ragazze, studentesse e rappresentanti di diverse associazioni.

Ed il 25 novembre avrà un seguito sabato prossimo. “Dalle 11.30 da piazza Kennedy – ci dice il vicesindaco Antonio Liotta – avrà luogo “Uomini in scarpe rosse” una marcia di sensibilizzazione che si snoderà fino in piazza Cavour con conclusione davanti la panchina dedicata a Lorena Quaranta. È necessario indossare scarpe  rosse. Favara è una delle poche città italiane ad aderire all’evento che avrà luogo anche in altri centri.

Nelle foto di Giuseppe Piscopo alcuni momenti della Giornata

 

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