Fondato a Racalmuto nel 1980

Quelle affascinanti sfide nei tornanti delle Madonie

Storie. La mitica Targa Florio, la corsa d’auto più antica al mondo

Targa Florio. (Fonte Aci Sport)

Il 6 maggio del 1906 rappresenta per la nostra isola una giornata storica, dalle connotazioni culturali, sociali e sportive di grande rilievo. Ma, causa la lontananza temporale dell’avvenimento, in pochi saprebbero collegare tale data con l’evento che ne derivò. Ebbene, era il 6 maggio del 1906 quando sulle Madonie ebbe inizio la prima edizione della corsa d’auto più antica al mondo, la mitica Targa Florio.

L’automobile era stata inventata da soli vent’anni (1886), dunque la sua storia era allora ancora tutta da scrivere e fu nei polverosi, ripidi e affascinanti tornanti madoniti che si cominciò a viverla. In quell’anno in Italia circolavano poco meno di tremilacinquecento veicoli, circa una cinquantina in Sicilia, e in questo contesto fu Vincenzo Florio – lo stesso che fece fortuna con la sua flotta mercantile e col vino Marsala – che decise di organizzare una gara che sin dall’inizio ebbe nella mente del suo artefice uno scopo pratico molto particolare, ovvero dare la possibilità ai costruttori di poter utilizzare le strade siciliane come banco di prova per i loro test tecnici sui motori e sulle soluzioni migliori da apportare ai veicoli destinati poi alla commercializzazione.

E tutto ciò è ulteriormente testimoniato da un’eloquente frase di Ettore Bugatti secondo cui un costruttore, il quale segua regolarmente la Targa Florio, può attingervi insegnamenti che gli sarebbe impossibile ottenere altrimenti, sia pure attraverso prove e collaudi su pista o in laboratorio. Tutte le ricerche che la partecipazione alla gara rende necessarie concorrono direttamente al miglioramento generale dell’automobile moderna. In oltre settant’anni, le gare della Targa hanno quindi costituito anche (ma non solo) un fondamentale strumento per il progresso e l’evoluzione della tecnologia applicata direttamente al mondo dell’auto, determinando indirettamente nella nostra vita quotidiana miglioramenti qualitativi di sicuro spessore.

Nell’anno della prima edizione della Targa Florio erano attivi in Italia una quarantina di costruttori d’auto, anche se sono sopravvissute fino a oggi solo alcune di queste case. Nomi come Nazzaro, Scat, SPA, Isotta o Itala sono infatti ormai entrati a pieno titolo nella storia dell’automobile e costituiscono soltanto lontani ricordi, pur essendo stati marchi che dominarono le prime edizioni della Targa.

Il successo nella corsa siciliana non era però solo un avvenimento da copertina o una notizia che attirava l’attenzione mediatica in una giornata sportiva. Il vincitore della Targa, oltre agli onori e ai riconoscimenti ricevuti, rendeva quindi indiscutibile la qualità dell’auto guidata e la tecnologia che la supportava e la caratterizzava. Le case automobilistiche facevano a gara per accaparrarsi i migliori tra tecnici, piloti e fornitori per entrare nella storia della corsa, evento che determinava sempre una sicura ribalta mondiale sia in termini pubblicitari che economici e imprenditoriali, a tal punto che tutti i più prestigiosi marchi devono alla corsa madonita molti dei loro trionfi e allori iridati.

L’albo d’oro della Targa infatti contiene i nomi delle marche più blasonate della storia dello sport automobilistico mondiale: Bugatti dal 1925 al 1929, Alfa Romeo (con Nuvolari tra gli altri) dal 1930 al 1935, Maserati dal 1937 al 1940, Ferrari nel 1948, Lancia dal 1952 al 1954, Mercedes nel 1955 e Porsche dal 1956 fino al 1973 per ben undici volte. Ma nel 1977 un tragico incidente – che causò la morte di due persone che tra il pubblico assistevano alla gara – determinò la fine della corsa più antica del mondo così com’era stata sin dall’inizio concepita dal suo ideatore, poiché infatti la stessa è ancora oggi esistente e attiva grazie al circuito rallistico internazionale, formula agonistica che costituisce il presente, e anche il futuro, della Targa Florio.

Occorre inoltre concentrare l’attenzione sul valore mediatico e sulla rilevanza profondamente culturale legati alla Targa Florio. Infatti, sin dalla sua prima edizione del 1906 si organizzarono molti eventi paralleli alla gara, dalle sfilate di moda tra le più seguite nell’Europa della belle èpoque sino agli allestimenti d’arte realizzati da autori delle avanguardie pittoriche come Anastasi (1907) o Bradley (1929). Ma non solo. I trofei della gara erano commissionati ad artisti del calibro di Lalique, Bistolfi e Cambellotti, divenendo quindi essi stessi vere e proprie opere d’arte, e il coinvolgimento culturale era anche di tipo letterario, con “contaminazioni” di molti autori della letteratura mondiale chiamati dai più importanti quotidiani e dalle più autorevoli riviste (sportive e non) a collaborare con articoli e commenti, divenuti successivamente veri e propri testi d’autentica narrativa d’autore.

Antonio Fragapane

Come è facile immaginare, sono tantissimi gli aneddoti che hanno scandito la centenaria storia della Targa Florio. E’ infatti sulle Madonie che nel 1920 farà la sua prima apparizione l’auto di un nuovo marchio – che diventerà poi leggendario – frutto dell’esperienza meccanica e tecnologica acquisita durante il periodo bellico: è la Torpedo 20-30 HP ES, prima vettura a essere contraddistinta dal “biscione” Alfa Romeo, che un giovane ventiduenne di nome Enzo Ferrari portò al secondo posto assoluto. Successivamente, nel 1923, sul cofano delle vetture delle auto della stessa azienda apparirà il simbolo del quadrifoglio, allora come oggi sinonimo della sportività “pura” per le auto Alfa Romeo. Inoltre, in omaggio al profondo legame che le innumerevoli vittorie avevano creato con la casa di Stoccarda, i modelli più sportivi del marchio teutonico Porsche per molti anni hanno riportato la dicitura “Targa” accanto al nome del modello.

Ma due curiosità tra tutte potranno sicuramente rendere nel modo migliore il senso della natura quasi mitica che nel corso degli anni ha acquisito la corsa siciliana: ci sono dei luoghi in Giappone e in Nuova Zelanda dove “adepti” della Florio hanno ricreato una parte del percorso originario della gara, collocando anche segnali stradali “siciliani” e sfruttando la somiglianza di quei posti con le caratteristiche morfologiche dei pendii e delle curve delle Madonie. E nel museo del circuito della “Mille Miglia” di Indianapolis sono conservati numerosi cimeli della Targa Florio, quasi a voler unire idealmente due tra le più importanti, affascinanti e competitive corse della storia dell’auto. Senza, infine, dimenticare che le storiche cantine Florio di Marsala – vanto dell’enologia siciliana nel mondo – da alcuni anni etichettano una particolare riserva del loro migliore Marsala col nome “Targa Riserva – 1840”, imprimendo in tal modo un particolare e ulteriore aspetto al clima leggendario che aleggia sulla gara, grazie all’uso di un prodotto indissolubilmente legato alla tradizione siciliana in generale e ai Florio in particolare.

Per la conservazione e la valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale, artistico e sportivo legato alla corsa madonita, è stata creata la Fondazione Targa Florio con il doppio scopo di provvedere all’organizzazione di convegni ed eventi e di avvalersi della collaborazione di esperti nella gestione dello scambio culturale in ambito internazionale per la divulgazione della cultura del made in Italy automobilistico nel mondo.

Targa Florio (Fonte Aci Sport)

I tanti cambiamenti succedutisi nel corso dei decenni – dalla formula di gara alle caratteristiche delle auto coinvolte fino all’indotto che gira attorno all’evento – non hanno però scalfito l’essenza di una corsa ancora unica nel suo genere, testimone del connubio inscindibile tra uomini e auto, tra polvere e asfalto, tra velocità estreme e controllo dei limiti umani, ovvero del fascino delle sfide più ardue, indissolubilmente legate al continuo progresso tecnologico e vissute laddove curve a gomito, pendenze e rettilinei sono immersi in un paesaggio naturale incomparabile ed esclusivo.

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Ringraziamo per la cortese concessione delle foto Aci Sport e il collega Rosario Giordano responsabile dell’Ufficio Stampa di Aci Sport

 

 

 

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