Il mio augurio è che quando riusciremo a liberarci dal COVID-19 non si torni alla ‘normalità’ perché il problema è proprio lì, in quella patologia che, occupati a pensare solo a noi stessi e a guardare gli altri senza vederli, ci ha trovati attoniti e incapaci.
Una patologia che va curata con la speranza che un mondo diverso sia realisticamente possibile, ma un mondo dove trovi spazio la poesia della vita, quella che scorgi nei dettagli e nei momenti in cui qualcuno condivide con te, senza competere se non per gioco, tutto il senso tragicamente umano del fare e del conoscere.
La poesia della vita, di cui deve colorarsi una visione profonda del mondo, è forse l’unica cosa per cui valga la pena lottare. Buon Anno Nuovo!
Altri articoli della stessa Rubrica: Pensieri diversi,Prima Pagina
Commenti recenti